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L'economia europea rallenta, ecco perché

Il 12 settembre a Francoforte si prenderà la decisione, che, di dato in dato, si sta rafforzando verso la direzione di un’altra sforbiciata, dopo quella di giugno e la pausa di luglio. Nell’attesa della riunione a parlare sono i numeri che peseranno sulla decisione di Lagarde & Co. L’economia europea rallenta. Salari, manifattura e inflazione lo dimostrano e offrono un assist per un nuovo taglio dei tassi d’interesse a settembre da parte della Bce.

I salari innanzitutto.

La crescita delle retribuzioni nella zona euro è rallentata e nel secondo trimestre dell’anno si è passati a un 3,6% annuo dal 4,7% dei primi tre mesi. La flessione è dovuta in gran parte al rallentamento della Germania. I dati sono stati diffusi dalla Bce, che ha fissato anche a +4,48% il dato sull'intero 2023 (dal +2,92% del 2022). Primo assist, dunque, per un taglio dei tassi di interesse da parte della Bce il prossimo 12 settembre.

Ci sono poi i dati preliminari degli indici Pmi servizi e manifatturiero (i definitivi il 4 settembre). La manifattura europea continua a soffrire, mentre accelera il terziario. L'indice Pmi, che misura la fiducia dei direttori degli acquisti nei diversi settori produttivi, nella zona euro per il manifatturiero è calato ancora in agosto a 45,6 punti, contro i 45,7 previsti dagli analisti e i 45,8 di luglio. Numeri che evidenziano una contrazione dell'attività. Mette l’acceleratore invece il PMI dei servizi, che arriva a 53,3 punti in agosto contro i 51,7 stimati e i 51,9 di luglio. Supera quindi la soglia di “allarme” dei 50,1 punti. E come per i salari, anche per il manifatturiero è la Germania, tra le maggiori economie europee, a fare peggio e dettare la linea. In agosto la recessione del settore manifatturiero tedesco si è aggravata. Seconda contrazione consecutiva, con un calo superiore alle attese. Il PMI manifatturiero è sceso a 42,1 dai 43,2 di luglio e un atteso 43,5 degli analisti. Per i servizi si è passati invece da 52,5 di luglio ai 51,4 di agosto. In Francia il PMI manifatturiero è calato a 42,1 da 44 e il PMI servizi ha raggiunto i 55 da 50,1 (era atteso 50,2), grazie al traino delle Olimpiadi. Proprio alla vigilia della diffusione dei dati Olli Rehn, governatore della Banca di Finlandia e membro del Consiglio Bce, aveva dichiarato che in assenza di chiari segnali del settore manifatturiero europeo, "a mio parere il recente aumento dei rischi per la crescita nell'area euro è un argomento in più per un taglio dei tassi al prossimo meeting di politica monetaria della Bce a settembre". Secondo assist, dunque, per un taglio dei tassi di interesse da parte della Bce il prossimo 12 settembre.

E poi c’è l’inflazione.

L’obiettivo del 2% è sempre lì, a guidare la politica monetaria di Francoforte. Il picco dell’ottobre 2022, il 10,6%, è lontano. Ma a luglio c’è stata una leggera accelerazione al 2,6% e del 2,9% su base core. Domani (23 agosto) la pubblicazione della Bce delle aspettative d’inflazione a un anno e tre anni. Poi l’ultimo test, quello del 30 agosto, quando ci sarà la versione preliminare dei dati del mese. Questo potrebbe essere il terzo assist per il 12 settembre.

Secondo un sondaggio Reuters otto economisti su dieci si attendono due sforbiciate ai tassi entro fine anno: a settembre e a dicembre. Si aspetta il 12 settembre. Ma tassello dopo tassello si sta rafforzando sempre più la chance di un nuovo taglio dei tassi a Francoforte.

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