Giacomo Passeri, Tajani: “La pena non sia l’offesa della dignità, ma aveva dosi di droga importanti”. Il legale: “Chiederò l’assoluzione”
“Noi vogliamo che la pena sia la privazione della libertà, non la mortificazione e l’offesa alla dignità del detenuto, proprio perché abbiamo rispetto della persona”. A parlare del caso di Giacomo Passeri, il 31enne di Pescara condannato a 25 anni di carcere in Egitto per traffico di droga, è il ministro degli Esteri Antonio Tajani che garantisce che l’Italia seguirà il caso “con la massima attenzione”. “In Italia, in Egitto, nel resto del mondo – aggiunge Tajani parlando dal meeting di Rimini – la pena è la privazione della libertà. Le pene corporali non sono ammissibili, quindi vi dirigeremo affinché il trattamento del detenuto sia un trattamento confacente al rispetto dei diritti umani“. Il giovane abruzzese è in cella da un anno e da mesi i parenti parlano di “torture”, stato d’abbandono, assenza di cure dopo un intervento chirurgico.
Tajani specifica che “Passeri è stato trovato con dosi di droga importanti. È ovvio che la condanna sia stata pesante, noi continueremo a seguire tutto ciò che accade, ma il traffico di droga c’era. Lì la prova del reato è che gli hanno trovato addosso credo 40 ovuli di cocaina. 40 ovuli di cocaina non sono per uso personale. Se lo fai per uso personale, non li inghiotti. Quindi stava facendo traffico di droga. Adesso noi vigileremo affinché ci siano tutti i diritti rispettati e poi vedremo come sarà il processo di appello“. “Certamente – conclude – non abbandoniamo nessun italiano colpevole o innocente col processo in corso”.
Sul governo resta il pressing delle opposizioni: “Passeri non ha bisogno del picchetto d’onore riservato a Chico Forti – commenta sarcastico Marco Grimaldi, deputato di Verdi-Sinistra – ma solo dell’attenzione delle autorità italiane”. “In un anno che è detenuto in Egitto – ricorda Grimaldi -, non ha mai visto la famiglia. Nemmeno una videochiamata. La Farnesina ha più volte provato a tranquillizzare l’opinione pubblica dicendo che il caso era seguito”. E ancora: “Passeri è stato detenuto senza traduttori, sottoposto a un interrogatorio senza avvocati: sono state negate tutte le garanzie previste dal diritto internazionale”.
Shaaban Said, l’avvocato di Passeri in Egitto, ha detto all’agenzia Ansa che presenterà appello per chiedere l’assoluzione e in parallelo l’estradizione in Italia
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