La Fiorentina sfida la squadra di Viktor Orban in Conference: stadio “esagerato” e soldi a pioggia, la storia della Puskas Akademia
La Fiorentina affronterà il passato e il presente calcistico di Viktor Orban. In occasione dei preliminari di Conference League il club viola giocherà contro gli ungheresi della Puskas Akademia, squadra del piccolo villaggio – da nemmeno 2000 abitanti – di Felcsut, paese in cui è nato il primo ministro magiaro. E diversi anni fa nel quartiere del paesino, un giovane Orban scopriva la passione smisurata per il pallone: si narra che una riunione di governo fu rimandata perché impegnato nel ritiro primaverile del club.
Proprio con il primo ministro, la storia e la fama della Puskas Akademia è radicalmente cambiata: inizialmente fondata come squadra giovanile, con il suo ritorno nel governo ungherese – e grazie a un ingente finanziamento tramite il “programma di rilancio Tao” – è stata costruita la Pancho Arena, il fiore all’occhiello e cattedrale nel deserto del calcio ungherese. Ancora oggi, Orban possiede una casa vicino alla struttura di 3.800 posti, la stessa che ogni anno – dal 2008 – organizza tornei giovanili. Una squadra sommersa di soldi pur di diventare competitiva: obiettivo riuscito. Stabilmente in prima divisione dal 2017, la Puskas Akademia ha anche sfiorato un clamoroso primo posto che sarebbe valso il titolo campione nazionale.
Nel nome di Ferenc Puskás
“Pancho”, come il soprannome della leggenda ungherese Ferenc Puskás con cui veniva chiamato ai tempi del Real Madrid. Scelto proprio in suo onore, Orban si recò in ospedale da lui – ormai in fin di vita – per annunciargli la notizia e per approvare l’accordo di denominazione. “Avrebbe sicuramente amato ciò che sta accadendo a Felcsút”, aveva detto la moglie. Inaugurata nel 2014, proprio per ospitare un amichevole contro i Blancos, l’arena ha una capacità di 3.500 spettatori, più del doppio del numero degli abitanti di Felcsut. L’intero impianto è costato 12,4 milioni di euro e sono state impiegate mille tonnellate di legna per costruire le suggestive tribune progettate dall’architetto ungherese Imre Makovecz.
Un’opera architettonica, a tutti gli effetti, che però non è stata apprezzata da tutti. Durante l’inaugurazione c’è stata una manifestazione da parte di alcuni gruppi di opposizione per il “monumento alla corruzione e alla megalomania“, ritenendo eccessiva la costruzione di uno stadio del genere (e a cifre così elevate) per una città così piccola.
Il programma Tao
Un programma nato nel 2011 che dirotta milioni di euro nelle casse di club e associazioni sportive: Társasági adó, letteralmente “imposta sulle società”. Fino a oggi, nel calcio, sono stati registrati investimenti per 923 miliardi di fiorini ungheresi, 36,3 entrati nelle casse della Puskás Akadémia. E pensare che il secondo club con più finanziamenti ha ricevuto 522 milioni di fiorini ungheresi, numeri che non possono passare inosservati. Cifre e gap incolmabili che Orban ha sempre tenuto nascoste, anche a parole: “Il Tao è una storia di successo. Non solo ha portato più risorse allo sport e ha reso più facile il funzionamento delle associazioni, ma, cosa più importante, è stata stabilita una relazione tra aziende e organizzazioni sportive”, aveva dichiarato ai microfoni di Nemzeti Sport. “Fino all’introduzione di questo programma, il mondo degli imprenditori e dello sport non avevano alcun rapporto. Non credo che sia giusto pentirsi di avere speso soldi per i campi sportivi o per far giocare i bambini”.
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