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La maglia, i colori, il futuro

Da quando sono state presentate le maglie ufficiali per la Stagione 2024/25 c’è stato in molti tifosi un manifesto disappunto per la comparsa del giallo fluo in luogo del bianco. Nelle personalizzazioni e nel logo ufficiale. Si è aperto un dibattito anche su queste pagine sulla liceità e sull’opportunità di ciò. Bianco che, secondo molti, è – insieme all’azzurro – il colore ufficiale dell’Empoli FC. Allora sgombriamo subito il campo da alcuni equivoci o fraintendimenti. Il sottoscritto ha fatto ricerche d’archivio in occasione del centenario dell’Empoli, richiedendo anche alla Società di Monteboro se vi fossero atti o statuti risalenti all’anno (1920) della sua costituzione o degli anni successivi dai quali si potessero desumere i colori ufficiali della Società. La risposta fu negativa e quindi le uniche informazioni le abbiamo prese dalle fonti disponibili: giornali, riviste, atti amministrativi del Comune, corrispondenza tra l’Empoli FC ed altri soggetti. Da tutta questa documentazione è emerso un unico fatto incontrovertibile: che al momento della sua fondazione il colore sociale dell’Empoli fosse il rosso. Si badi bene, il rosso, non l’amaranto. Ciò è attestato anche dal colore rosso del timbro dell’Empoli in una lettera che la Società scrive al Comune il 28 maggio 1921 conservata nell’Archivio Storico Comunale di Empoli. Timbro che diventerà invece di colore azzurro in un’altra lettera, del 3 ottobre 1922 che sempre l’Empoli scrisse al Comune. Lecito pensare che al cambio del colore del timbro corrisponda anche un cambio del colore delle maglie, che da rosse diventeranno, appunto, di colore azzurro ed altrettanto lecito pensare che l’azzurro fu adottato nel corso del 1921.

Nessun documento ne attesta il perché né il quando ma è acclarato che l’Empoli FC adotterà il colore dello stemma comunale. C’è una foto che si trova in sala stampa del sotto tribuna del “Castellani” (che si fa risalire al 1921)  nella quale si vede la squadra in bianco e nero ma il cromatismo delle maglie fa propendere per un colore azzurro piuttosto che rosso. I pantaloncini nella foto sono chiaramente neri. Da allora i giocatori saranno azzurri per sempre con rare eccezioni: nel 1921 ripresero fugacemente la maglietta rossa con i pantaloncini neri; nel Ventennio la divisa si colorò di nero con fascia orizzontale azzurra, infine nel 1947 l’Empoli disputò diverse partite con maglia e calzoncini gialli. Sul finire degli anni ’40 la divisa principale adottò più o meno stabilmente il completo azzurro con decorazioni bianche. Il bianco appare nelle divise negli anni senza che se ne conosca un motivo ufficiale. Diciamo allora che i colori dell’Empoli sono bianco azzurro non perché esista un atto della Società che lo ufficializzi (almeno noi non ne siamo a conoscenza e saremmo lieti se questo atto ci fosse e qualcuno ce lo mostrasse) ma per una consuetudine sviluppatasi nel tempo. E’ quindi assolutamente lecito da parte della Società di Monteboro adottare per le proprie squadre i colori che vuole. Altro discorso invece se si si parla di opportunità.

Qui il discorso esula da un esame storico dei colori sociali ma afferisce a quella che per i tifosi azzurri è l’identità della loro squadra del cuore e, quindi, anche della loro. E niente, più della maglia, rappresenta la versione speculare dell’identità della squadra. Una maglia rappresenta un insieme di valori che una Società ha veicolato nella sua storia, che ha trasmesso all’esterno di sè, che ha condiviso con i suoi tifosi. Perciò esprime un forte senso di appartenenza ad una data comunità. Comprensibile quindi che da parte di molti tifosi azzurri ci sia stato un senso di smarrimento e in alcuni casi anche di forte dissenso. E’ stata una scelta decisamente impopolare  in un momento, tra l’altro, in cui si chiede ai tifosi di stringersi sempre più intorno alla squadra ed alla Società. Una Società che sembra percorrere strade parallele tra quanto sa fare di buono in campo e quanto invece fa al di là dell’aspetto calcistico puro e semplice, in termini di immagine esterna, di relazione con i suoi tifosi. E’ indubbio che la Società, almeno dal 2014, ha apportato significativi mutamenti “esterni” che ne hanno modificato sicuramente l’identità quale si era formata negli anni. L’abbandono della Collegiata nel logo sostituito da un acronimo (anche se questo può sembrare un ritorno allo stemma  originale), il cambio dell’inno, il colore blu che nel tempo è stato adottato come sfondo a tutto quello che è “Empoli FC” (la cartellonistica e il colore dei pullman solo per fare due esempi), il repentino cambio del nome dello Stadio, ora il giallo in luogo del bianco sulla prima divisa ufficiale della squadra. Non conosciamo le ragioni di tutto questo. Evidentemente la Società ambisce, giustamente, ad essere stabilmente nel calcio dei grandi e mostrarsi grande essa stessa e forse certi cambiamenti sono funzionali o strategici per questo percorso. Nel futuro prossimo c’è anche un grosso investimento (lo Stadio) che richiede nuove energie, nuove idee e, sicuramente, un cambio di passo rispetto al passato.

Crediamo tuttavia che volere il futuro non debba significare cancellare un passato e i suoi simboli perché si rischia poi di correre da soli e tutto ciò che si è perduto per strada si rischia di non trovarlo più. Il calcio, nonostante l’era dello spezzatino TV, dei procuratori che dettano le regole del gioco, dei contratti milionari, dell’immagine a tutti i costi, è anche – e per fortuna – un luogo di memorie, di simboli, di amore e di passione. Ogni tanto, anche se sembra un inutile esercizio di retorica, giova ricordarlo

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