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Se l’inclusività esclude le diversità: è polemica su una scuola pugliese dove arriva il grembiule unisex, verde per tutti

Niente più azzurro per i maschi e rosa per le femmine: via al grembiule unisex verde a quadretti per tutti. Lo ha stabilito l’Istituto Comprensivo di Salice Salentino e di Guagnano, in provincia di Lecce, con l’approvazione di una zelante delibera che ha fatto subito scattare la polemica. Dall’anno scolastico 2024/2025, secondo quanto deciso dal Collegio dei docenti, il colore dei grembiuli verrà gradualmente uniformato tra bambini e bambine, cominciando per ora dai neoiscritti.

L’ultima deriva woke: a scuola arriva il grembiule unisex, verde per tutti

È il dirigente scolastico Michele Serra (a volte la casualità è beffarda) a chiarire in una circolare ai genitori i motivi dietro questa scelta educativa: «Coltivare una mentalità più aperta e inclusiva, preparando cittadini e cittadine consapevoli e sensibili alle tematiche di genere, requisiti cruciali per la costruzione di una società più equa e rispettosa». La decisione, come è comprensibile, ha scatenato perplessità e polemiche.

Fa discutere l’iniziativa “inclusiva” di un istituto pugliese

Ma tant’è: dall’anno scolastico che sta per aprire i battenti, dunque, secondo quanto deciso dal Collegio dei docenti, il colore dei grembiuli verrà gradualmente uniformato tra bambini e bambine, cominciando per ora dai neoiscritti. La decisione è condivisa anche dal Comune di Guagnano da cui anzi è partita l’iniziativa, nello specifico dalla “Commissione Pari Opportunità politiche di genere e diritti civili”, che sottolinea «l’importanza di superare gli stereotipi di genere fin dall’infanzia, promuovendo una cultura inclusiva dove ogni bambino si senta libero di esprimere la propria identità senza vincoli legati al colore».

Grembiule verde per tutti: il paradosso che si annida nell’ultima offensiva gender

Ma è proprio qui che casca l’asino (e il riferimento non è certo ai meno studiosi tra i banchi)… Perché come spesso accade quando si dibatte su proposte e diktat imposti dalla deriva woke e dai suoi seguaci, quello con cui ci si ritrova a confrontarsi è un immane paradosso. Sì, perché come anche quest’ultima offensiva etica sferrata in nome dell’inclusività – stavolta in un istituto pugliese, ma nel recente passato è accaduto altre volte, altrove – si chiede alle comunità familiari e scolastiche di sacrificare in nome del politicamente corretto l’imprescindibile valore della diversità.

Se l’inclusività finisce per escludere e omologare…

Di più: di immolarlo sull’altare del pensiero unico e sacrificarlo in nome del politicamente corretto dettato da un principio di inclusività che ormai, più che comprendere, finisce sempre più spesso per escludere, o al massimo a uniformare. Eccolo il paradosso allora, o meglio la sua ultima declinazione, che arriva dall’istituto comprensivo di Salice Salentino e Guagnano, dove il Collegio dei docenti ha accolto la solerte proposta di una diligente Commissione comunale: sostituire già dal prossimo anno scolastico i tradizionali grembiuli indossati dai bambini (azzurri per i maschietti e rosa per le femminucce) con un monocolore che viri sul verde. E, soprattutto, optare per una linea che azzeri la prima e più elementare differenza: quella data dalla natura biologica.

La divisa uguale per tutti: il segno di una società che non educa al rispetto del diverso, ma punta all’indistinguibilità

Insomma, una nuova divisa uguale per tutti. Che suggerisca l’immagine “performante” di una società votata alla causa gender e inginocchiata sin dalla prima fase di crescita e di sviluppo cognitivo all’indottrinamento su un’interpretazione del concetto di inclusività che evochi e istituzionalizzi quanto più possibile l’indistinguibilità. Anche facendo entrare (dall’armadio) l’ideologia queer tra i banchi dei nostri istituti scolastici, già dai primissimi anni. Il precedente che arriva dall’istituto pugliese allora, da questo punto di vista risulta più che mai emblematico.

Il mondo monocolore generato dal politicamente corretto

Senza contare che lo stesso rispetto che è indiscutibilmente dovuto a chi ha un’identità di genere non definita ha un valore proprio se ad essere rispettata è la personalità individuale del singolo, e non una sua identità genericamente spalmabile su tutti e costruita a tavolino ai fini dell’edificazione di un mondo monocolore che annulla le diversità, omologando e appiattendone il valore intrinseco. E allora via al grembiule unisex verde a quadretti per tutti: il mondo monocromatico ha già scelto la tinta e gli schemi su cui puntare per continuare a edificare i suoi castelli di carta.

 

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