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Sinner e il caso doping: “Regole rispettate. Naldi e Ferrara? Non ho più fiducia”. E conta gli zeri della concentrazione di Clostebol: “Sono tanti”

“Ho sempre creduto di continuare a giocare a tennis perché nella mia mente sapevo di non aver fatto nulla di sbagliato”. Si presenta così Jannik Sinner alla conferenza stampa in vista degli US Open (in programma dal 26 agosto). Risultato positivo per contaminazione involontaria al Clostebolagente anabolizzante di alcune pomate o spray cicatrizzanti e sostanza proibita dall’Itia (International Tennis Integrity Agency) perché dopante – il tennista italiano ha voluto far chiarezza sul caso in cui è stato coinvolto, ripercorrendo le tappe di quanto accaduto. “Sapevo di essere pulito e sapevo di non vedere l’ora di dimostrarlo. Questa storia potrebbe cambiare qualcosa, certo, ma chi mi conosce sa che sono una persona seria che rispetta le regole. In questi momenti si vede chi sono i tuoi amici e quelli che non lo sono. Per quanto riguarda la reputazione, questo si vedrà più avanti, ma so anche che è una cosa che non posso controllare”.

“Abbiamo fornito alle autorità la versione dei fatti”
“Non è ideale dover gestire una questione come quella della mia positività prima di uno Slam. Non ho fatto nulla di sbagliato, ho giocato per mesi con questa cosa in testa. È un sollievo aver avuto questo risultato. È stato un processo molto lungo, ho dovuto prendere decisioni nel corso di questo periodo”. E in effetti, di processo lungo si parla dato che i due test sono stati effettuati nel mese di marzo, periodo dell’Indian Wells. “Ci sono scadenze da rispettare in questo processo, non si può scegliere quando completare le varie fasi. Sono felice che sia finita e sono felice di aver ottenuto un risultato positivo”. Con tempestività, Sinner e il suo team si sono messi a disposizione delle autorità, senza nascondere nulla. “Abbiamo subito cercato di ricostruire tutta la faccenda, Umberto Ferrara ha immediatamente capito quale fosse il problema, ovvero il suo spray. In base a questo, abbiamo avvertito le autorità e abbiamo fornito loro tutta la spiegazione. Sapevamo come era finita la sostanza nel mio corpo e da dove veniva. Proprio in base a questo ho potuto tornare a giocare subito”.

“Capisco la frustrazione dei colleghi”
E sul pensiero condiviso dai colleghi Kyrgios e Shapovalov sui social: “Capisco la frustrazione o il pensiero ad esempio dei giocatori che sono stati sospesi e hanno dovuto aspettare per essere giudicati, ma loro, a differenza nostra, non sapevano come fosse finita in corpo la sostanza incriminata, il che ha rallentato il tutto, mentre noi abbiamo capito immediatamente il problema e ricostruito la questione”.

Sinner conta gli zeri
Jannik Sinner si è dimostrato – almeno all’apparenza – sereno e con la volontà di “lasciarsi alle spalle un brutto periodo”, come lo aveva subito definito: a dimostrarlo, è il siparietto inscenato durante la conferenza stampa in cui scherzosamente si è messo a contare con le dita della mano gli zeri della concentrazione di Clostebol trovati nel suo sangue.

“Naldi e Ferrara? Non ho più fiducia in loro”
Coinvolti nel caso di doping a causa di una catena di leggerezze che avrebbe rischiato di stravolgere la carriera del tennista numero uno al mondo, Giacomo Naldi (fisioterapista) e Umberto Ferrara (preparatore atletico) sono stati licenziati dal team come confermato anche dallo stesso tennista in conferenza: “Umberto e Giacomo hanno dato un contributo molto importante alla mia carriera finora. Ora, però, a causa di questo errore, non ho più la fiducia per continuare a lavorare con loro, e c’è bisogno di un po’ di aria nuova nel team“.

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