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Odio rosso, ira di Pacifici contro l’ignobile lista del nuovo Pci: magistrati e sinistra intervengano. E su Chef Rubio…

Non si placa l’onda polemica scatenata dalla vergognosa lista di proscrizione che sancisce nero su bianco entità e portata di un mai sopito odio rosso. Un proclama che accompagna l’elenco dei nomi stilati dal “Comitato Centrale del nuovo Pci” bollati come pericolosi sionisti. E così, tra sdegno e sconcerto, delirio e rabbia, da ore ormai si registrano le reazioni inquietate e i commenti di condanna sulla vicenda. E tra tutti, oggi spiccano in particolare le parole di Riccardo Pacifici, vicepresidente della Jewish European Association, anche lui finito nella lista del nuovo Partito comunista.

L’infame lista di proscrizione del nuovo Pci: l’ira (e la denuncia) di Pacifici

Parole, quelle di Pacifici, che non possono non essere impregnate di riprovazione e sgomento, preoccupazione e indignazione. «Ora basta. Fin qui abbiamo tollerato. Ma si è superato ogni limite. Io credo che occorra un’azione rapida e determinata delle forze dell’ordine e della magistratura, con irruzioni per smantellare queste reti eversive», ha rimarcato a viva voce dalle colonne del Corriere della sera il vicepresidente della Jewish European Association, inserito nell’interminabile e improbabile elenco dei proscritti.  E forte di un precedente che lui stesso segnala al quotidiano: «Quando ero presidente della Comunità ebraica ho portato 53 leoni da tastiera in tribunale: persone instabili. Ma questa è un’altra cosa. Ci rendono obiettivo».

Tra indignazione e allarme: «Si firmano con sigle specifiche. Usano linguaggi e metodi che ricordano le Br»

Non solo. Perché a ben vedere, e Pacifici lo sottolinea con opportuna veemenza, «si firmano con sigle specifiche. Usano linguaggi e metodi che ricordano le Br. In più c’è stata una certosina attività di profilazione: una persona non sapeva ancora di avere ricevuto una nomina nella Comunità ebraica e loro già sapevano. Allora…». Un allarme che, unito alla giusta sollevazione, induce Pacifici a sollecitare un  intervento istituzionale da parte dei «ministri Piantedosi e Nordio» e dei «presidenti Meloni e Mattarella». Anche perché, segnala sulla mano dietro l’infame lista: «Sappiamo chi sono». Di più, aggiunge l’intervistato: «Conosciamo i nomi dietro a tutti i profili fake e gli indirizzi anche fittizi che hanno rilanciato questa lista e altro».

La lista di proscritti del nuovo Pci, da Pacifici appello al governo e richiamo alla sinistra

Ma non è sola una questione di cui investire il governo, ricordando tra l’altro che tra l’altro il presidente del Senato La Russa è stato tra i primi ad esprimere la sua vicinanza alle vittime di questa indegna congiura. E Pacifici lo chiarisce con fermezza: «Sono schifato dai silenzi che dal 7 ottobre diversi leader della sinistra tengono su fatti intollerabili: Bonelli, che è un amico, Fratoianni, Schlein intervengano. È legittimo manifestare per la nascita di uno Stato palestinese, accanto a Israele. Ma come pretendiamo che FdI agisca contro i nostalgici, non possiamo assistere impassibili a chi impedisce a donne ebree di manifestare contro la violenza o agli Lgbtq ebrei di partecipare al Gay pride. Su questo mi auguro che non ci si divida».

E su Chef Rubio incalza…

Infine, mentre sottolinea – «o ci chiedono scusa, e dichiarano i loro profili fake, o ci divertiremo in tribunale dove risponderanno penalmente di diffamazione» – Pacifici non manca di togliersi un sassolino da scarpa: quello relativo a Chef Rubio. Sì, conferma alla sollecitazione del giornalista il vicepresidente della Jewish European Association, «c’è anche quello chef che incitò a far sì che i giornalisti temano per i loro figli e figlie». «Non so chi lo abbia aggredito. Lui ha fatto un gioco sporco. Ha reso virale un pezzo di una mia frase: “Vi verremo a prendere”. Tagliando: “Verrà il ministro con le armi della legalità”. Non ho più potuto rifiutare la scorta»…

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