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Terremoto di Amatrice 8 anni dopo. Meloni ai familiari delle vittime: non siete soli. L’Italia è e sarà sempre al vostro fianco

Terremoto di Amatrice, una tragica notte che non è mai finita. Sono passati otto da quella terrificante sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso, come è stata rubricata dall’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). Un evento catastrofico tra i più disastrosi che abbia colpito il Centro Italia, lungo quattro terremoti in poco più di cinque mesi, che si sono susseguiti dal 24 agosto 2016 al 18 gennaio 2017, e che ha determinato la creazione di un cratere di otto mila chilometri quadrati: una vasta area compresa in quattro regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria) che include 138 comuni. Il dovere della memoria accanto a quello della ricostruzione, al centro degli interventi istituzionali: a partire da quello della premier Meloni. La quale, in occasione dell’ottavo anniversario del terremoto del Centro Italia, ha affidato a una nota diramata da Palazzo Chigi, parole che evocano il ricordo e puntano sulla progettualità.

Terremoto di Amatrice, 8 anni fa la catastrofe che devastò il centro Italia: le parole del premier Meloni

«Otto anni fa il catastrofico terremoto che ha devastato il Centro Italia. La terribile scossa delle 3.36, fissata nella mente di ognuno di noi dall’orologio fermo della Torre Civica di Amatrice, ha innescato una sequenza sismica che ha dispiegato i suoi effetti distruttivi per diversi mesi a seguire e ha coinvolto un territorio molto vasto della nostra Nazione. Non dimenticheremo mai la notte del 24 agosto 2016 – ha rimarcato Giorgia Meloni – le immagini della catastrofe. I borghi distrutti. Il dolore e l’angoscia dei nostri connazionali. L’eroismo dei soccorritori: sono tasselli di una memoria collettiva che il tempo non intaccherà. In questo anniversario ricordiamo chi non c’è più. E ci stringiamo ai familiari e ai cari delle vittime: non siete mai stati soli, e l’Italia è e sarà sempre al vostro fianco».

«Molto è stato fatto, ma altrettanto c’è da fare»

Quindi, sulla ricostruzione il premier ha aggiunto: «Otto anni dopo quella notte la ricostruzione non è ancora completata. Molto è stato fatto, ma altrettanto c’è da fare per restituire all’Appennino centrale il futuro che merita e per rispondere al desiderio di chi è nato e cresciuto in quei luoghi di tornare a viverli. Se l’obiettivo fondamentale è far rientrare i cittadini nelle loro case, e i numeri testimoniano che ciò sta progressivamente accadendo, restituire sicurezza e vitalità al Centro Italia è la premessa altrettanto imprescindibile per contrastare lo spopolamento ed evitare che le aree interne e montane siano abbandonate. Non possiamo permetterlo, perché ogni borgo d’Italia è un pezzo dello spirito nazionale e custodisce la nostra identità più profonda».

Terremoto in Centro Italia, la strategia che il governo sta portando avanti

Aggiungendo quindi in calce: «Realizzare luoghi sicuri, sviluppare progetti all’avanguardia, garantire le infrastrutture per combattere l’isolamento, sostenere le imprese e le attività produttive: questa è la strategia che il Governo ha intrapreso e che sta portando avanti con grande determinazione. Il lavoro di squadra tra il Ministro per la Protezione Civile Musumeci, il Commissario Castelli, le Regioni coinvolte e i 138 Comuni del cratere, ha impresso un cambio di passo e la rinnovata coesione istituzionale attorno all’obiettivo della ricostruzione è un valore aggiunto da preservare. La rinascita economica e sociale dell’Appennino centrale non è solo un dovere per chi da sempre ama e vive qui luoghi, ma un investimento essenziale per tutta la Nazione».

Terremoto di Amatrice, 8 anni di dolore sempre vivo

Parole, pensieri e ricordi che – specie sulla delicata questione della ricostruzione – che, tra false partenze e ritardi, annunci e smentite, ha aggiunto al dolore la rabbia dei sopravvissuti – già ieri hanno animato l’intervento di Guido Castelli, commissario straordinario alla ricostruzione e alla riparazione, che a sua volta non ha mancato di sottolineare emblematicamente: «Dopo otto anni, credo che il primo dovere delle Istituzioni sia di fare memoria delle vittime e delle famiglie che hanno perso i loro cari e i loro beni. E chiedere scusa per i ritardi accumulati in troppe false partenze».

Al dolore per il disastro, la rabbia per le false partenze e i ritardi della ricostruzione

«Un dovere che spetta a chi oggi rappresenta le Istituzioni – ha quindi aggiunto Castelli – a prescindere da un cambio di passo che in quest’ultimo anno e mezzo è stato registrato e documentato». Un dovere, quello della memoria, che oggi – nell’ottavo anniversario del terremoto di Amatrice – i vertici istituzionali non hanno mancato di assolvere.

 

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