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Ius scholae, De Carlo frena: «Non è nel programma, la coalizione resisterà»

«Le elezioni politiche del 2022, finalmente, hanno portato alla formazione di due schieramenti. Uno di questi aveva lo Ius scholae nel programma e l’altro non ce l’aveva. Noi di centrodestra non lo avevamo. E io penso che una coalizione debba occuparsi dei temi che aveva nel programma elettorale».

È la sentenza di Luca De Carlo, il “primo” dei Fratelli d’Italia veneti, che irrompe così nel dibattito che da una settimana infiamma l’altrimenti placida politica d’agosto. Replicando quindi ai compagni di coalizione di Forza Italia, i quali, al contrario, continuano a sostenere l’introduzione del diritto alla cittadinanza italiana, al completamento di un ciclo di studi nel nostro Paese.

Il coordinatore veneto degli Azzurri Flavio Tosi, ad esempio, motiva la necessità della misura con la mancanza di forza lavoro: «Abbiamo lavoro, ma non lavoratori. Il sistema pensionistico europeo rischia di non tenere e bisogna pensare all’interesse nazionale, oltre che al rispetto delle persone». Ma De Carlo gli risponde: «Demagogia. Non capisco cosa c’entrino le imprese con i minori, né esistono stranieri con meno diritti degli italiani».

Intanto il vicepremier Antonio Tajani questa mattina sarà a Verona, per l'evento conclusivo della Route nazionale dei capi scout dell'Agesci, e ha convocato una conferenza stampa, nella quale difficilmente si esimerà dal ribadire un concetto che ormai esprime da giorni.

È l’ennesima faglia, che si apre all’interno della maggioranza, vista la contrarietà alla misura espressa dai governatori leghisti del Nord Est Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, che si sono limitati a sollecitare un’accelerazione di procedure, che, secondo loro, sono corrette. De Carlo concorda – «Uno snellimento delle procedure sarebbe auspicabile, ma non soltanto sul rilascio dei certificati di cittadinanza: la burocrazia attanaglia l’Italia – ma poi minimizza: «A chi mi chiede se queste divergenze minino la tenuta della maggioranza rispondo con una risata. Se tutti la pensassimo allo stesso modo, saremmo nello stesso partito. E invece è normale che in una coalizione ci siano posizioni differenti. Quel che è certo, però, è che noi ci siamo presentati agli italiani con un programma, e lo Ius scholae non era tra i punti di questo programma. I più arrabbiati dovrebbero essere gli elettori di centrosinistra, che hanno votato partiti che non sono mai riusciti a realizzare questo punto, nonostante le promesse».

E la pensa come lui l’eurodeputato, ed ex sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, che parla di «argomento da sotto l’ombrellone», aggiungendo poi: «È un tema che va discusso a livello di segreterie dei partiti. Mettere altra carne al fuoco, ora, sarebbe fuori luogo». Mentre il ministro per le Imprese Adolfo Urso: «Dobbiamo lavorare perché ci sia una piena condivisione dei valori e la formazione è importante per le persone che arrivano nel nostro Paese, seguendo le regole e con l’aspirazione di trovare un impiego».

C’è una questione di programma e c’è poi una questione di merito. E le due, in questa circostanza, si intrecciano.

«L’Italia non è un Paese chiuso – sostiene il coordinatore dei meloniani veneti – Nel 2022 abbiamo concesso più di 220 mila certificati di cittadinanza. Sommando quelle attribuite dal 2012 ad oggi, si ottiene un numero superiore agli abitanti delle province di Padova e di Venezia. E il modello propagandato dal centrosinistra – l’automatismo nella concessione della cittadinanza – non è quello giusto, essendoci cittadini che non vogliono la cittadinanza italiana, dato che ottenerla significherebbe perdere quella del Paese d’origine. In 15 anni da sindaco di Calalzo, ad esempio, non ho mai concesso la cittadinanza italiana a un cittadino cinese, perché non ho mai ricevuto una domanda in questo senso».

E allora andiamo oltre, sull’ulteriore questione: lo Ius soli. «Fratelli d’Italia è assolutamente contraria» è l’altra sentenza del coordinatore di FdI, «Il rilascio della cittadinanza italiana non può essere un automatismo. La cittadinanza italiana va voluta, desiderata, richiesta. E non è detto che chi nasce in Italia condivida i valori del nostro Paese».

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