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Il mondo marcio di Telegram

Ricordate la storia di Tiziana Cantone? Parliamo della donna che si suicidò, all’età di 33 anni, nel settembre del 2016 dopo che i suoi video “intimi” vennero condivisi su moltissime piattaforme e chat. Tantissimi siti, eseguendo l’ordine delle autorità, hanno rimosso quei contenuti dopo il decesso della donna. Ma sapete dove gli utenti continuano a scambiarsi questo filmato? Su Telegram. Questa storia è solo una delle tante che racconta di come l’ecosistema dell’app di messaggistica istantanea creata da Pavel Durov sia del tutto marcio. Perché Telegram è pericoloso per chi lo frequenta, ma soprattutto per tutti gli altri.

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Per capire meglio i motivi per cui sostiamo che Telegram sia pericolosa per tutti (utenti e non) basta fare una rapida ricerca sul sito ufficiale della Polizia Postale italiana. All’interno, infatti, troviamo una lunga serie di operazioni che hanno portato a denunce e arresti in tutto il Paese. In quell’ecosistema digitale, infatti, sono stati trovati migliaia di contenuti pedopornografici, pornografici senza autorizzazione (revenge porn) oltre a tutta una serie di canali estremisti (neonazisti e non solo) che utilizzavano lo “scudo” degli altissimi sistemi di protezione (crittografia) delle loro comunicazioni per diffondere materiale illecito. Compresa l’istigazione all’odio.

Perché Telegram è pericoloso? Tutte le storture dell’app

Prendiamo, per esempio, un’operazione del novembre dello scorso anno che ha visto coinvolti 150 uomini della Polizia di Stato che si sono infiltrati all’interno di una galassia di canali (spesso collegati tra loro) e atti a condividere materiale pedopornografico:

«Si accertava che, sfruttando le potenzialità della piattaforma Telegram, partecipavano a “canali” e “gruppi” finalizzati alla produzione e alla condivisione di foto e video ritraenti violenze sessuali su minori, bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Una rete di soggetti che – dalla ricostruzione degli investigatori della Postale –  all’interno di un gruppo Telegram creato ad hoc e regolato da severe regole volte a preservarne l’anonimato, aveva ruoli e compiti ben precisi: promotori, organizzatori, partecipi, una vera e propria associazione a delinquere finalizzata ad acquisire e diffondere materiale pedopornografico».

Ricostruzione da brividi, soprattutto perché questa è solo una delle tante operazioni condotte a livello locale, senza che Telegram abbia fornito alcun supporto alle autorità per mettere a freno una dinamica illegale che vedeva (e vede ancora, visto che sono tantissimi i gruppi e canali ancora attivi) i bambini vittime di un sistema marcio e “protetto”. Da qui l’accusa che ha portato all’arresto di Pavel Durov in Francia.

A tutto ciò vanno sommati anche altri canali e gruppi dediti allo spaccio di droga, al terrorismo e anche al riciclaggio di denaro. Insomma, un ecosistema in cui tutto il marcio dell’essere umano viene a galla, ma che viene tutelato dalla piattaforma che non collabora con le autorità, con la mancata moderazione dei contenuti che fa solo da cappello a questa intera vicenda.

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