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Exxon Mobil prevede che nel 2050 il consumo di petrolio sarà superiore ad oggi. “Niente illusioni, obiettivi climatici irraggiungibili”

Nel suo rapporto annuale presentato oggi, la statunitense Exxon Mobil, seconda compagnia petrolifera privata al mondo dopo Shell, stima che nel 2050 la domanda globale di petrolio sarà la stessa di oggi (circa 100 milioni di barili al giorno). A politiche invariate sarà anzi leggermente superiore. Previsione che, naturalmente, sgretola qualsiasi speranza di raggiungere il traguardo di un azzeramento delle emissioni nette di anidride carbonica. Secondo i calcoli degli esperti, per raggiungere questo obiettivo, la domanda di greggio dovrebbe invece crollare al 25% di quella attuale.

Vista la fonte, si dirà che è un po’ come chiedere all’oste se il vino è buono. Purtroppo però le previsioni di Exxon non sono molto diverse da quelle fornite da osservatori più indipendenti, a cominciare dall’Agenzia internazionale dell’energia e, indubbiamente, il colosso americano ha dei “sensori” per monitorare la domanda di petrolio in grado di fornire informazioni pregiate. LA compagnia stima che la domanda non subirà flessioni nei prossimi 25 anni grazie alla crescita degli usi industriali come la produzione di plastica e il trasporto pesante.

“L’Agenzia internazionale dell’energia afferma, come noi, che il mondo non è sulla strada che porta alla riduzione del consumo di petrolio”, ha affermato Chris Birdsall, direttore di economia ed energia di Exxon, aggiungendo “Dobbiamo essere trasparenti su ciò che sta accadendo. Altrimenti, si creano illusione”. Per ora il vero grande abbaglio sembra essere quello di poter davvero intraprendere una transizione energetica affidandosi alle sole forze del mercato, senza una pianificazione affidata a soggetti statali o sovranazionali.

Oggi come oggi si investe in rinnovabili quando conviene (leggi si fanno profitti) e non perché bisogna farlo per salvare il pianeta. Ma per l’uso di idrocarburi esiste già una gigantesca rete infrastrutturale (pozzi, giacimenti, gasdotti, navi, terminal) che non richiede nuovi investimenti e genera soldi a palate. Per le rinnovabili ancora molto è da costruire, investendo e rischiando. E del resto, come ha detto qualcuno, “È più facile immaginare la fine del mondo che del capitalismo”.

Exxon prevede che le emissioni globali di gas serra inizieranno a calare entro il 2030 ma che nel 2050 saranno scese di appena il 25%. Ciò, si legge nel rapporto, probabilmente non sarà sufficiente a prevenire significativi cambiamenti climatici. Molti paesi e aziende, si legge, hanno piani per raggiungere emissioni nette pari a zero entro il 2050 ma perseguire questi obiettivi sta diventando ogni anno più difficile, poiché la domanda di energia di ogni tipo continua a crescere.

La domanda sarà così alta che non investire ora in nuovi progetti sui combustibili fossili sarebbe “catastrofico”, ha detto Birdsall. Senza nuovi investimenti, Exxon prevede che la fornitura di petrolio scenderà del 70% a 30 milioni di barili al giorno entro il 2030, facendo schizzare alle stelle i prezzi del greggio e decimando l’economia globale.

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