Anche il Canada prova a bloccare le auto elettriche cinesi. Ma per ora colpisce solo Tesla
Il Canada si unisce a Ue e Stati Uniti nella crociata contro le auto elettriche cinesi. Con un effetto, al momento, un po’ bizzarro, visto che le uniche vetture “cinesi” che importa il paese sono quelle costruite dalla statunitense Tesla a Shanghai. Sta di fatto che il premier Justin Trudeau ha oggi annunciato l’imposizione di dazi del 100% sulle importazioni di veicoli elettrici di fabbricazione cinese. La sua vice, Chrystia Freeland, spiega che il governo garantirà che il Canada “non diventi una discarica per l’eccesso di offerta cinese”.
Naturalmente nel mirino non c’è il gruppo americano ma la prospettiva che le auto prodotte dalle case automobilistiche cinesi, più economiche e tecnologicamente all’avanguardia, diventino disponibili. Il principale produttore cinese Byd si sta già muovendo per entrare nel paese.
I dazi sui veicoli elettrici entreranno in vigore il primo ottobre e includeranno anche alcune automobili ibride, camion, autobus e furgoni per le consegne. Si sommeranno ad una tariffa esistente del 6,1%. Il governo Trudeau sta inoltre avviando una nuova consultazione di 30 giorni su altri settori, tra cui quello delle batterie e componenti per batterie, semiconduttori, prodotti per l’energia solare e minerali essenziali.
Il Canada imporrà anche una tariffa del 25% sull’acciaio e l’alluminio importati da Pechino, ha detto Trudeau. “Penso che sappiamo tutti che la Cina non sta giocando secondo le stesse regole“, ha spiegato. “Ciò che è importante è che lo stiamo facendo in linea e in parallelo con altre economie in tutto il mondo”, ha aggiunto.
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