Multe, un tesoretto di 44 milioni per i Comuni della provincia di Padova
Da che punto guardi il mondo tutto dipende, anche l’opinione su un autovelox. Un automobilista bastonato si convince che sia solo uno strumento per far cassa – basta vedere il caso Fleximan con schiere di difensori –, ma se sei un sindaco, che magari ha dovuto partecipare al funerale di una ragazza di 16 anni uccisa dall’alta velocità, le cose cambiano radicalmente.
Di certo però le multe sono una voce molto importante nei bilanci dei municipi. Lo dimostra l’analisi dell’Ufficio studi dell’associazione dei consumatori Adico in base ai dati della Ragioneria dello Stato.
I Comuni del Padovano hanno in cassato con le multe 44.516.465,97 euro nel 2023 (è l’ultimo dato disponibile), contro i 39,2 milioni del 2022. La fetta che viene direttamente dagli autovelox ammonta a quasi 22 milioni. Sono infatti molti i Comuni che dalle multe – e soprattutto dai limiti di velocità – superano il milione di euro di incassi.
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I casi più eclatanti
Tra i 101 comuni della provincia euganea tra i casi più eclatanti c’è quello dell’amministrazione di Curtarolo che, per aver messo un autovelox, è passata da 3.384,50 euro di multe nel 2022 a 505.143 euro lo scorso anno: l’aumento recordo è del 14.825,19%. Ma il caso più vistoso in assoluto è quello Tribano: per pochi mesi di funzionamento dell’autovelox, nell’estate del 2023, il Comune ha incassato il 6.800% in più: da 15.181 euro a ben 1 milione e 47.410 euro.
Per quanto riguarda il capoluogo Padova aveva incassato 13.781.407,45 euro nel 2022, e ne ha incassati 15.660.403 nel 2023, con un leggero aumento del 13,63%.
Dove finiscono i proventi
Come indica l’articolo 208 del Codice della strada, la somma incassata deve essere destinata in buona parte «all’attuazione del Piano nazionale della sicurezza stradale, alla manutenzione delle strade e alla loro messa in sicurezza nonché al potenziamento delle attività di controllo».
Resta una quota che può essere utilizzata liberamente e i sindaci sanno bene quali sono le criticità nei loro territori: aiuti alle famiglie in difficoltà, le bollette delle stesse amministrazioni, ma anche gli eventi culturali che hanno grandi ricadute anche in termini di socialità e sicurezza.
In particolare Palazzo Moroni, sempre secondo le rielaborazioni di Adico, ha destinato 1.368.023 euro dei proventi delle multe per interventi di sostituzione, ammodernamento, potenziamento, messa a norma e manutenzione della segnaletica delle strade; e altri 1,3 per potenziare le attività di controllo, con l’acquisto di mezzi e attrezzature destinati alla polizia municipale, tra cui anche altri autovelox o T-Red. Poi altri 2.736.046 euro per la messa a norma delle barriere e la sistemazione del manto stradale.
Per quanto riguarda i proventi degli autovelox il Comune di Padova ha utilizzato 4.756.880,59 euro per manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e altri 820.359,38 euro per il potenziamento delle attività di controllo.
Dunque palazzo Moroni ha speso in tutto 11.049.331,97 euro degli incassi delle multe per la sicurezza stradale. Restano 4,6 milioni di quota libera che sono finiti nella quota di spesa corrente del bilancio comunale.
Il commento dell’Adico
«Le multe sono un tema molto dibattuto e lo sappiamo bene – interviene Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, associazione che ha svolto l’indagine – Da una parte c’è il bisogno di proteggere gli automobilisti e tutte le persone che si trovano sulla strada e l’italiano medio non è famoso per rispettare i limiti di velocità e in generale il Codice della strada; dall’altra parte più di un’amministrazione fa cassa con le multe, soprattutto quelle che mettono un autovelox in strade che potremmo definire strategiche proprio per assicurare una “strage” di sanzioni. Insomma, alla fine il cittadino viene bastonato. Secondo noi prima di tutto bisognerebbe investire di più in strumenti che non colpiscono direttamente il portafogli del cittadino, ma cercano di educarlo, ad esempio quelli che misurano la velocità e ti dicono se stai correndo troppo. Inoltre pensiamo che i sindaci e le amministrazioni in generale abbiamo una parte di responsabilità nel controllare il buon funzionamento di questi strumenti. Mi riferisco in particolare ad alcuni casi in cui si è scoperto che l’autovelox non era regolare».