US Open, Djokovic: “Mi piace giocare di sera, ma preferisco il primo match. Thiem? Una fonte di ispirazione”
Novak Djokovic, conquistando il successo numero 78 in carriera nella cornice dell’Arthur Ashe Stadium, è diventato il più vincente tennista di sempre sotto i riflettori dello stadio di tennis più grande del mondo. Il numero 2 del mondo, fresco vincitore della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, ha sconfitto Radu Albot per 6-2 6-2 6-4 e ha staccato un pass per il secondo turno dello US Open. Straordinari i numeri del serbo nei primi turni dei tornei del Grande Slam: a partire dal suo 19esimo compleanno non ne ha mai perso uno, vincendone ben 71. Intervistato in conferenza stampa, il campione in carica si è dichiarato soddisfatto per la sua prestazione, buona nonostante qualche dettaglio ancora da limare.
D. Come valuti il tuo livello dopo il match d’esordio?
“Penso sia stato un buon inizio tutto sommato, anche se ho avuto alcune difficoltà al servizio e in alcuni movimenti. Detto questo, penso di aver giocato bene da fondocampo in un match sempre difficile, il primo su questa superficie dopo cinque o sei mesi, il primo dopo l’oro olimpico vinto sulla terra battuta. Non ho giocato alcuna partita su cemento prima dello US Open quest’anno, quindi mi aspetto di aver bisogno di qualche incontro prima di carburare. Spero ovviamente di poter migliorare giorno dopo giorno, con il vantaggio degli Slam di avere un giorno di riposo tra i match che può essere speso in allenamento. Ne ho bisogno. Il ginocchio? Sta benissimo finalmente”.
D. Sfiderai Djere al secondo turno: un commento sul tuo prossimo match?
“È fantastico. Ci siamo incontrati nello spogliatoio e ci siamo congratulati l’un l’altro per la vittoria. Per lui è stato un successo speciale perché, dopo l’operazione, sta faticando a tornare sui livelli desiderati. Battere Struff qui al primo turno è davvero importante, quindi congratulazioni a lui. È bellissimo per la Serbia avere due giocatori che si sfidano in uno Slam al secondo turno, uno di noi andrà avanti sicuramente. Spero di essere io, ma Djere è un ragazzo che si esalta quando gioca sui grandi palcoscenici. Adora le condizioni qui, abbastanza rapide, la palla rimane bassa e questo gli permette di sfruttare meglio il suo gran rovescio piatto, così come il suo servizio e la sua risposta. Fisicamente pochi reggono il ritmo partita come lui. Ricordo bene il nostro match dell’anno scorso, fu davvero complesso e io cercherò di analizzarlo per provare a giocare meglio di quel che feci in quella circostanza”.
D. Ti piace giocare in sessione serale o preferisci iniziare e finire prima il match?
“Invecchiare rende più difficile giocare match serali e terminare tardi, posso percepire le mie batterie essere davvero a secco in questo momento. Non è anche facile regolarsi con l’orario quando c’è qualcuno in campo prima di te. Oggi, ad esempio, Stephens era in vantaggio per 6-0 3-0, poi le cose sono cambiate repentinamente e la partita è durata due ore e mezza. In generale direi che mi piace giocare di sera, ma preferisco giocare il primo incontro della sessione“.
D. Abbiamo visto l’ultimo match di Thiem in uno Slam. Cosa lo rendeva speciale come giocatore?
“Innanzitutto vorrei congratularmi con lui per la sua straordinaria carriera, anche se so che ha ancora un paio di tornei da giocare prima di ritirarsi ufficialmente, il che penso avverrà a Vienna davanti al suo pubblico. Questo è l’unico torneo Slam che ha vinto, ma ha disputato la finale in altre tre occasioni. Inoltre è sempre stato uno dei più bei ragazzi nel tour, una persona rispettata, ammirata e voluta bene dai suoi colleghi e dai tifosi. Ha lavorato tanto nel corso degli anni ed è stato un grande esempio per tutti coloro che vedono cosa accade dietro le quinte. Ha sempre lavorato anche più del necessario, portando in campo tenacia e intensità. È stato davvero sfortunato con l’infortunio al polso, che gli ha rovinato la carriera quando era tra i primi tre tennisti del mondo. Ma credo che debba essere fiero del suo percorso”.