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Forza Monica, inizia la sfida di Parigi 2024

PARIGI. Monica Boggioni è alla sua seconda paralimpiade ed è la pavese con maggiori probabilità di medaglia. L’azzurra del nuoto pavese, classe 1998, ha raggiunto sabato sera Parigi. Non potrà, però, partecipare alla cerimonia d’apertura in programma mercoledì sera, in quanto giovedì mattina sarà già in acqua alla Defense Arena per la sua prima gara, le batterie dei 200 stile, una delle competizioni cui tiene maggiormente.

Monica si è divisa nella preparazione fra la piscina di Lodi ed il Campus Pavia.

Abiterà al villaggio olimpico?
«Si, insieme a tutta la squadra azzurra del nuoto.E’ bellissimo che gli atleti paralimpici di tutto il mondo e di tutti gli sport si incontreranno lì. La cosa che mi aspetto, rispetto a Tokyo, quando avevamo timori per via del Covid, è di socializzare e di stare tutti insieme.

Inizia a sentire la tensione pre gara?
«Più che altro l’adrenalina che un evento così importante come le paralimpiadi comporta. Ho affrontato sabato gli ultimi allenamenti a Pavia. Ho a disposizione tre giorni di ambientamento a Parigi, dove proveremo anche la vasca. Io sono una tranquilla, ma è chiaro che un filo di tensione la sento, anche se è positiva».

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L’ultima fase della preparazione l’ha finalizzata allo scarico?
«Ho svolto un lavoro attento con il mio allenatore Guy Soffientini, con il preparatore atletico Francesco Castenedoli, il mental coach Caterina Pettinato, il fisioterapista Gabriele Negrini, l’osteopata Davide Cerri e l’istruttore di apnea Luca Cleri con cui ho svolto esercizi per la respirazione. Non ho voluto lasciare nulla al caso».

Lei affronterà tante gare. A quale tiene di più?
«Affronterò cinque gare individuali oltre alle staffette, che però verranno decise dal commissario tecnico direttamente a Parigi in base a come staremo. Una gara cui tengo tanto sono i 200 stile ed è quella che mi piace maggiormente. Subito dopo metto i 50 rana che faccio dallo scorso anno. Sul terzo gradino del podio i 200 misti, gara molto impegnativa dal punto di vista tecnico per la successione degli stili. Saranno dieci giorni duri, ma sono preparata».

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Obiettivi?
«Dare sempre il massimo e vedere cosa viene fuori. E’ una grande opportunità misurarsi con le migliori al mondo. Voglio godermi al massimo l’atmosfera. Mi piacerebbe vincere prima di tutto con me stessa, i conti li faremo solo alla fine».

Il nuoto è sport individuale, ma quanto conta il gruppo?
«Tantissimo. In vasca ci sono io ma dietro c’è una nazione, che noi atleti azzurri rappresentiamo. Io nuoto, ma quello che faccio è il risultato del lavoro di un intero staff. Ogni persona che ha lavorato insieme a me ha contribuito a farmi conquistare la E sono state importanti anche le strutture, senza tralasciare sia Pavia Nuoto, la mia società civile, che le Fiamme Oro, il gruppo sportivo militare cui appartengo. Non ultima la mia famiglia, perché mi sostiene e m ha sempre sostenuto».

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Riti scaramantici?
«Uno in particolare no, ma mi piace che tutto sia sempre fatto nello stesso modo, a cominciare dal borsone. E’ più un rituale mentale. Poi mi piace ascoltare musica, mi rilassa. Gestire la respirazione, visualizzare la gara ed essere concentrata anche sui minimi particolari, così da lasciare fuori tutti i pensieri».

Maurizio Scorbati

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