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Il treno Trieste-Fiume attraversa tre paesi, ma i passeggeri sono pochi

FIUME. Salire su un treno in un Paese e trovarsi in un altro a destinazione è un’esperienza speciale. Con l’Eurostar sali a Londra e scendi a Parigi, in un altro universo culturale e mentale. Un’esperienza simile si può fare da Trieste, dal 24 aprile al 30 settembre di quest’anno, per due destinazioni: il classico collegamento con Lubiana, e un secondo transfrontaliero, diretto a Fiume. Dalla stazione di Villa Opicina servono solo due ore di tempo e otto euro per arrivare a Fiume. Lo stesso prezzo del costo del biglietto per Udine, ma si viaggia in tre Paesi diversi.

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Dall’inaugurazione a oggi del treno non si è scritto o letto molto. Il dubbio viene: ci sarà ancora? Sul sito di Trenitalia non ce n’è traccia. Sul sito delle ferrovie slovene (Slovenske zeleznice potniski.sz.si) invece è in bella evidenza, in apertura. Nella pagina dedicata si trovano gli orari e tutte le informazioni in inglese. E un’indicazione: “Controlla che non ci siano variazioni sulla tabella oraria internazionale”. Cliccando sul link si viene indirizzati sul sito delle ferrovie austriache Obb. Appropriato, visto che il treno viaggia su una linea costruita durante l’impero austroungarico. La stazione dei treni di Fiume fu costruita nel 1891, quella di Trieste risale al 1857. Tutto bene, il collegamento esiste ancora. Il treno sferraglia tranquillo ogni giorno, con un viaggio al giorno da Trieste a Fiume e ritorno.

La sveglia suona alle 5.40. L’orario è impossibile, ma l’obiettivo è prendere un autobus da piazza Oberdan alle 6.50 per arrivare alla stazione di Villa Opicina in tempo per salire sul treno delle 7.50 che porta da Trieste a Fiume. L’anticipo è eccessivo, il collegamento previsto da Tpl Fvg è alle 7.10 e va benissimo, con tanto di fermata apposita proprio davanti alla stazione. Prendendo il bus prima si deve scendere in via di Prosecco e fare 10 minuti a piedi, l’autista segnala la strada. A Villa Opicina il convoglio sloveno azzurro aspetta al binario 1. Tra le macchine parcheggiate davanti alla stazione metà hanno una targa slovena. E tra chi aspetta il treno per andare a Fiume c’è anche una famiglia di Pirano, venuta in macchina a Villa Opicina per poi partire per la vacanza così. Una decina le persone che aspettano il convoglio parta. Tra loro una famiglia di tre persone, dirette in vacanza, per un weekend ad Abbazia. Roberto Moscatelli, Giovanna Bruni e Andres Felipe Moscatelli Bruni sono arrivati da Staranzano. È il secondo viaggio sul nuovo treno sloveno che porta in Croazia. «La prima volta siamo andati a Fiume, un’interessante città portuale. Questa volta volevamo andare a una località di mare», spiega Moscatelli. Il servizio è apprezzato dunque: «Ci contiamo sul fatto che la sperimentazione sia rinnovata, anche perché Fiume può essere la prima tappa di un viaggio più lungo».

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Tra chi attende di salire sul treno ci sono anche Gonzalo e Anabela. Vengono dall’Argentina, ma vivono a Trieste da un anno e mezzo. Lui è uno psicologo, lei una ricercatrice alla Sissa. Non hanno la macchina, quindi questa è la prima volta che vanno in Croazia insieme per fare il bagno. «Non è stato semplicissimo trovare le informazioni online», racconta Gonzalo. Del collegamento avevano sentito parlare sui media: «La mia famiglia da quando sono qua a Trieste legge il Piccolo dall’Argentina e mi aveva segnalato l’articolo. Poi però è stato grazie a un gruppo Facebook di argentini a Trieste che abbiamo trovato tutte le informazioni su come fare il viaggio. Lo sa che il biglietto si può pagare solo in contanti?», dice Anabela. «Tanti in laboratorio ne avevano sentito parlare, nessuno ha provato a fare la gita ma sono tutti curiosi. Non hanno la macchina e questo treno è un modo fantastico per visitare la Croazia», aggiunge.

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Si sale sul treno, ci si mette comodi. Si parte. Il controllore, una donna impiegata dalle ferrovie slovene, passa ed emette i biglietti. Il primo passeggero ne chiede uno per Abbazia. «Dove? Questo treno ferma solo a Sežana, Divača, Pivka, Ilirska Bistica, Šapjane, Opatija Matulji, Rijeka», risponde in un ottimo italiano l’addetta. Solo dopo un po’ di clic sul cellulare si esce dall’empasse: Abbazia è Opatija. «Sette euro e cinquanta per favore». La donna è al primo giorno di lavoro sulla tratta, non sa dare informazioni su quanto sia frequentato il treno, spiega in italiano, emette il biglietto, saluta e procede.

Il convoglio parte. Il confine si supera in poco tempo. In dieci minuti si arriva a Sesana, l’unica altra stazione dove sale un gruppo nutrito a bordo. Il confine? Come non ci fosse, solo un cartello avvisa che siamo in Slovenia. A Sesana salgono a bordo principalmente ragazze giovani, ventenni. Meri e la sua amica sono di Nova Gorica, hanno due valigie grandi. Hanno preso un treno per Sesana, scenderanno a Fiume per prendere un traghetto. Destinazione? Novalija sull’isola di Pago. La vacanza su un’isola croata diventa possibile anche per chi non guida.

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Il signore diretto ad Abbazia è Pietro Greco. Triestino? «No, ma ho una casa a Trieste, abito vicino a Londra, quando sono in vacanza vengo a Trieste volentieri. Di questo treno ho letto sulla sezione dedicata ai viaggi del Times, è la seconda volta che lo prendo. La volta precedente sono stato a Fiume», racconta. Nato a Messina, ha vissuto i primi sette anni della vita a Trieste, il papà era della polizia di frontiera. È rimasto legato alla città.

Il treno procede, a Divaccia, Pivka e Ilirska Bistica non sale o scende nessuno. In tutto poco meno di una ventina le persone sul treno, metà salite a Trieste, metà a Sesana. Il panorama è verdissimo, paesini graziosi sfilano davanti agli occhi. Prossima fermata? Šapjane. Una galleria e poi appare il cartello Repubblika Hrvatska. Non te lo aspetti, distogliendo lo sguardo dal finestrino rischieresti di non accorgerti che hai passato un altro confine nazionale. Alla stazione cambiano lo staff, il macchinista e il controllore. Si riparte. Ad un certo punto il paesaggio improvvisamente cambia e si scorge il mare. Sembra un dejà vu dell’esperienza di vedere il golfo di Trieste dal treno a Monfalcone. Ma siamo nel Quarnaro. Il treno ferma ad Abbazia, stazione molto chic. Scendono in molti. Si procede. L’arrivo a Fiume è accompagnato dalla visione di enormi gru, poi edifici che ricordano lo stile dei magazzini del Porto vecchio. Il treno si ferma.

Un collegamento, quello tra Trieste e Fiume, che è più di una linea ferroviaria rimasta ferma dagli anni Novanta. Lo sottolinea anche il sindaco di Fiume, Marko Filipović e auspica che nella prossima stagione «ci sia lo spazio per l’introduzione di un’altra linea che correrà da Fiume a Trieste al mattino, affinché anche i nostri concittadini e i vicini sloveni possano recarsi a Trieste». Un auspicio che piace anche al sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che ricorda il suo viaggio sul convoglio inaugurale: «Un’esperienza straordinaria, ho ricevuto un’accoglienza splendida a Fiume».

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