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“L’albero di Tesla”: Giorgio Magarò gira un film a Pavia e cerca comparse

PAVIA. Nikola Tesla, il padre della tecnologia moderna, quasi certamente non ha mai messo piede a Pavia. Ma un film, attualmente in pre produzione, riavvolgerà il nastro del tempo e lo porterà direttamente sulla riva del Ticino, a metà degli anni Venti del ’900: scienziato ormai attempato (era nato nel 1856) incontra una giovane Rita Brunetti, la prima donna a ricoprire una cattedra di Fisica a Ferrara e a dirigere poi l'Istituto di Fisica Alessandro Volta di Pavia. La missione: entrare in contatto con i marziani. La recente invenzione della radio aveva galvanizzato gli animi, offrendo anche una diversa percezione della realtà attraverso la sola voce, con parole invisibili.

Il ciak in autunno

Tesla e Brunetti sono due personaggi realmente esistiti ma si muoveranno in una dimensione di fantasia, sul set di un mediometraggio diretto dal regista pavese Giorgio Magarò che, appassionato di scienza e fantascienza, non ha potuto sottrarsi al fascino magnetico dello scienziato che ha rivoluzionato l’uso dell’elettricità.

«Le riprese verranno realizzate nell’autunno del 2024 nelle zone di Pavia, Oltrepo e Lodi – anticipa Magarò –. Protagonisti saranno Luigi Cori, Inga Babengo, Chiara Vitti, Alessandro Baito e Martina Calzavacca».

Al progetto collaborano attualmente il Museo di Tecnica Elettrica e l’Orto Botanico dell’Università di Pavia.

Nel frattempo la produzione cerca comparse. «La storia è ambientata tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso – chiarisce Magarò – Quindi cerchiamo figure adatte, per il loro aspetto, all’epoca. Le donne ad esempio usavano un caschetto corto, gli uomini lisciavano i capelli con la brillantina».

Sullo sfondo l’Italia tra le due guere, sconvolta dal delitto Matteotti, ma ancora trascinata dal mito della Belle Èpoque. La storia si svolge a Pavia nel 1924. Nikola Tesla raggiunge dagli Stati Uniti Pavia per confrontarsi con la giovane studiosa Rita Brunetti, della quale ha letto alcuni studi sui campi magnetici. Studi che lo scienziato ritiene importanti per la sperimentazione del suo Teslascopio che potrebbe permettere la comunicazione con esseri provenienti da altri pianeti.

«In questo suo viaggio e in questa sua nuova sfida, Tesla viene accompagnato affettuosamente dall'amica Katharine McMahon Johnson, in visita alla città per una conferenza sulla poesia – racconta Magarò –. Tesla tuttavia si isola e mette a punto il suo dispositivo in un laboratorio nascosto su una collina poco distante da Pavia dove, all'ombra di un grande albero, passerà alcuni intensi giorni cercando una comunicazione con Marte».

L'albero di Tesla – che dovrebbe essere il titolo definitivo del film – «è un volo di fantasia che cerca di mettere a confronto due mondi, quello delle relazioni e degli affetti con la dimensione pragmatica ed intellettuale della scienza. Due mondi che alla fine riusciranno a trovare un meraviglioso punto di contatto».

Per informazioni e candidature inviare un messaggio whatsapp al numero 338-8254870 o scrivere a lalberoditesta@gmail.com. —

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