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Cccp, gran finale a Mantova. Cosa mi è piaciuto e cosa no della reunion della band

Alla vigilia dei concerti berlinesi, alla fine di febbraio, avevo dedicato un post sul ritorno dei CCCP – Fedeli alla Linea. Come sappiamo, l’operazione non si è limitata a una serie di concerti, ma è stata anticipata dalla mostra “Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla Linea 1984-2024”, inaugurata il 23 settembre 2023 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia e chiusa il 10 marzo 2024.

Ora che il tour si chiude ufficialmente a Mantova il 29 agosto 2024, presso Esedra di Palazzo Te (biglietti ancora disponibili sul circuito Ticket One), è tempo di riflettere su cosa questo ritorno ci ha davvero lasciato. Nei consueti nove punti di questo blog, esaminerò ciò che questa operazione ha lasciato in eredità, analizzando l’impatto duraturo e la rilevanza del ritorno dei CCCP.

Cominciamo!

1. Berlino: l’anteprima di un ritorno
A febbraio, i tre concerti nella capitale tedesca hanno rappresentato un banco di prova per capire quanto la portata artistica della band potesse ancora vibrare con la stessa forza di un tempo. Su quel palco, Zamboni e Ferretti hanno riallacciato i fili di un’intesa sospesa tra ricordi stratificati e tensioni latenti. Al netto di qualche dettaglio fuori posto, gli eventi berlinesi hanno confermato che la band era pronta a tornare. E infatti, le dinamiche del tour si sono perfezionate fin dall’inizio della tournée di fine maggio, quando il messaggio originario è stato ripristinato e amplificato, mantenendo intatta la sua incisività.

2. Bologna: fedeli alla linea o alla lira?
L’apertura del tour in Piazza Maggiore a Bologna ha riacceso critiche non nuove: c’è chi accusa i CCCP di essere “fedeli alla lira” più che alla linea, vedendo nella reunion una questione di denaro. Inutile dire quanto siano fuorvianti certe critiche. Ma poi, anche se fosse una questione di denaro? Dove sta il peccato? Questo tour ha dato la possibilità di rivedere live una band il cui patrimonio musicale, per i contenuti, meriterebbe di essere riletto nelle scuole. La forza e la coerenza dei CCCP sono illuminazioni congelate nel tempo, capaci di raccontare un’epoca e di restare attuali.

3. Giovanni Lindo Ferretti: una voce ancora divisiva
La voce di Giovanni Lindo Ferretti, nonostante il tempo trascorso, rimane una delle più incisive e controverse del panorama musicale italiano. Sul palco, la sua presenza si è confermata intensa, riflessiva, capace di catturare e provocare. È indubbio che molti possano dissentire, specie di fronte a certe posizioni o alla sua evoluzione personale. Tuttavia, la coerenza del percorso, anche quando scomodo, emerge in ogni parola e in ogni pausa. Ferretti non ha mai cercato il consenso facile: la voce, per quanto divisiva, continua a essere un punto di riferimento per chi cerca una riflessione profonda e sincera sul nostro tempo.

4. Massimo Zamboni: una forza silenziosa
Massimo Zamboni non è solo il chitarrista dei CCCP; è l’architetto dell’identità musicale e testuale che definisce il tratto distintivo della band. La sua chitarra tagliente e i testi incisivi hanno dato forma a un suono e un messaggio che non hanno mai perso la loro intensità. In questo tour, Zamboni ha dimostrato ancora una volta come la coerenza tra musica e parole non richieda effetti speciali: la sua presenza sul palco, sobria ma carica di significato, richiama l’essenza profonda della formazione reggiana.

5. Danilo Fatur: il caos (dis)organizzato
Danilo Fatur incarna l’anarchia che ha sempre caratterizzato i CCCP. Sul palco, la presenza di Fatur rappresenta un’esplosione di energia imprevedibile, un richiamo costante alla dimensione irriverente e anticonformista della band. Fatur è il caos organizzato che i CCCP hanno sempre difeso. In questo tour, la performance di Fatur non è stata solo spettacolo, ma un manifesto vivo di un’anarchia che continua a scuotere e rimettere in discussione ogni certezza.

6. Annarella Giudici: la diva e la mondina
Annarella Giudici non è stata solo la soubrette dei CCCP, ma un elemento essenziale di trasformazione e versatilità. In questo tour, Annarella ha continuato a stupire, interpretando ruoli diversi con la stessa intensità di un tempo. La presenza scenica, fluida e mutevole, ha arricchito ogni esibizione, facendone un ponte vivente tra passato e presente. Oggi, come allora, Annarella rimane l’elemento visivo che completa e amplifica l’identità della band, una figura che, pur evolvendosi, mantiene intatta la sua forza.

7. Cosa non mi è piaciuto
Esiste qualcosa che non mi sia piaciuto in tutta questa operazione? Certo che c’è: la rielaborazione sacrilega di “Emilia Paranoica”. Durante il tour, alcuni brani storici dei CCCP hanno subito delle rimodulazioni, ma quella più evidente è toccata proprio a “Emilia Paranoica”. La nuova versione, più lenta e contenuta, ha smorzato quella tensione e quell’urgenza disperata che avevano reso il pezzo iconico. Certo, ci sarà un motivo dietro questa quieta rilettura, ma viene da chiedersi se questo cambiamento non abbia ridotto l’impatto emotivo di uno dei brani più rappresentativi della band.

8. I numeri del tour: una riflessione doverosa
Il tour è stato gestito da Musiche Metropolitane. Sono stati venduti in totale circa 95 mila biglietti: Milano, Bologna e Perugia le date sold-out. Il suo mentore, Luca Zannotti, afferma: “Da anni in Italia i tour di questa portata vengono fagocitati dalle grosse agenzie collegate alle major, ecco, questo tour, lo ha prodotto invece una realtà indipendente; una lavorazione artigianale molto vantaggiosa per gli artisti – e chiude dicendo – un altro mondo è possibile e mi rivolgo ai tanti artisti che cedono le lusinghe dell’uovo oggi, ma sbagliano”.

9. Tirare le somme
E quindi, tornando alla domanda iniziale, cosa ci ha lasciato questa reunion? Non si è trattato solo di un ritorno nostalgico, ma di una riscoperta profonda delle radici della band, che dimostra come il loro messaggio, nato in un’altra epoca, resti sorprendentemente rilevante oggi. Ai concerti erano presenti non solo molti dei fedeli storici, ma anche una varietà di fasce di età, tra cui una vivace partecipazione della Generazione Z. Questo evidenzia come i CCCP abbiano saputo mantenere una connessione significativa con il presente, continuando a ispirare e coinvolgere anche le nuove generazioni con la stessa intensità con cui hanno segnato il passato.

Vi lascio alla consueta playlist connessa ai miei articoli. La potrete ascoltare gratuitamente sul mio canale Spotify.
Buon ascolto!

9 Canzoni 9 … per celebrare i Cccp

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