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L’integrazione tra i fornelli: la scuola di cucina con Ad Formandum premiata a Parigi

«La prima forma di educazione è l’educazione al bello: se si dà dignità alle persone, allora si può chiedere loro di comportarsi in un determinato modo».

Alessandro Infanti, direttore di Ad Formandum, ne è convinto e con lui ne è convinta anche Mirjam Malalan, presidente della stessa cooperativa sociale.

Se dunque la forma è sostanza, allora il laboratorio di ristorazione per la formazione di futuri chef, camerieri e pasticcieri realizzato in via Carducci è certamente sostanza.

A certificare questa “sostanza” ci ha pensato anche il premio “Paris Design Awards 2024” ricevuto dallo studio Meninno Architects Srl nella categoria Internal Design/Renovation.

Il riconoscimento è stato assegnato proprio per il progetto di trasformazione dell’ex supermercato di quartiere in un moderno laboratorio di formazione professionale. Il team guidato dall’architetto Claudio Meninno ha creato un progetto innovativo in un ambiente didattico all’avanguardia.

Lo spazio, equipaggiato con attrezzature tecnologiche, è stato pensato come un luogo dinamico dove ricerca, creatività e formazione sono al centro di tutto.

Tra la cucina e la sala c’è soltanto una vetrata e anche chi passa per la strada può vedere cosa succede all’interno del laboratorio. Tutto è trasparente e questa trasparenza porta a responsabilizzare i ragazzi, ma l’idea di fondo rimane una ed una sola: chi lavora nel bello, sta meglio e produce di più.

A fornire un ulteriore tocco di eleganza è il grande quadro colorato posizionato alle spalle del bar. È opera degli stessi ragazzi che in questo modo sono diventati protagonisti una volta di più e sentono così loro l’ambiente dove si trovano.

«Qui si vede che i ragazzi lavorano in modo pulito e sono felici», dice Infanti evidenziando come, dopo un anno di attività formativa, sembri tutto ancora nuovo e appena installato.

L’obiettivo è che questa sorta di imprinting venga poi applicato e replicato anche nel futuro contesto professionale dei ragazzi. Un fatto, non scontato. Tra i fornelli si crea integrazione e alla vigilia del secondo anno formativo, le aspettative sono alte. «Alle volte si pensa che una proposta di tipo sociale sia sciatta, invece la qualità deve rimanere alta e i nostri ragazzi sanno dare alta qualità. Cerchiamo di tenere gli standard sempre elevati in ogni campo». Dopo le “prove” dello scorso anno con cene aziendali e pranzi istituzionali, a giugno è stata creata una società ad hoc che si occuperà solo di catering.

«Lavoreremo soprattutto per i nostri partner istituzionali. Non è nostra intenzione entrare in concorrenza con le realtà che sono già presenti sul mercato», precisa il direttore di Ad Formandum, ricordando in ogni caso l’impegno dei ragazzi alle cene con i delegati della recente Settimana sociale dei Cattolici di Trieste. Per la cooperativa sociale l’orizzonte ora è l’appuntamento con Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della Cultura 2025.

«Ci sono delle idee, ma le valuteremo dopo Natale. Al momento l’intenzione è di aprire per un paio di mesi prima delle feste per ospitare alcune cene aziendali», conclude Infanti.

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