US Open: Djokovic si arrende in quattro set a un grande Popyrin
[28] A. Popyrin b. [2] N. Djokovic 6-4 6-4 2-6 6-4
Grande sorpresa sull’Arthur Ashe Stadium: il campione uscente Novak Djokovic cede in quattro set ad Alexei Popyrin, che per la prima volta entra negli ottavi di finale in un major. Il campione olimpico ha disputato un match diseguale, partendo al rallentatore con colpi troppo corti e gravi pasticci in fase di risposta; ad un brutto primo set ha accostato un secondo set ancora peggiore, apparendo abulico e senza mordente.
Diverso è il discorso del terzo set: Nole ritrova profondità e muove finalmente il rivale, togliendogli fiato e precisione. All’inizio del quarto set sembrano esserci tutti gli ingredienti per la rimonta del campione che accompagna il lento declino dell’outsider di turno, ma il Nole di oggi non ha sostanza a sufficienza per neutralizzare la versione estate 2024 di Popyrin, che sa celare alcuni suoi difetti per ripartire e dominare la fase centrale del quarto parziale.
Anche Djokovic, come Alcaraz, appare svuotato di energie nervose: sono significativi i ripetuti errori sulle palle senza peso del rovescio slice di Popyrin e poi l’incapacità di reagire di fronte ai recuperi dell’australiano, situazione ben più prevedibile a ruoli opposti. Il campione non ha trovato la forza per sporcarsi le mani nella lotta, in questo scoraggiato da un Popyrin da applausi per intelligenza e capacità di resistere quando l’avversario pareva lanciato alla riscossa. Per lui, che batte Djokovic per la prima volta dopo tre sconfitte (tra cui Melbourne e Wimbledon 2024) c’è ora l’ottavo di finale con Frances Tiafoe.
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Primo set: Popyrin annulla cinque palle-break e vince dominando gli ultimi due game
Due ace per Djokovic in avvio, un altro nel terzo game; Popyrin ne trova uno nel secondo gioco, ma anche due servizi vincenti e un doppio errore. Il serbo giostra bene su più fronti con la battuta, mentre l’australiano, sotto gli occhi di Lleyton Hewitt, deve farsi rispettare anche con la seconda palla per evitare le risposte asfissianti di Nole. La testa di serie numero ventotto assume un atteggiamento impavido in ribattuta, rimanendo piuttosto vicino alla riga di fondo; nel quinto game raccoglie un doppio errore del serbo, che però continua a pungere in battuta e a muovere bene il rivale, che non brilla sullo scatto laterale. Dopo venti minuti, il punteggio è 3-2 per Djokovic, senza palle-break.
A questo punto tutto cambia: Novak trova maggiore profondità in risposta e Popyrin collabora con un dritto facile che invade il corridoio e provoca lo 0-40. Qui il campione uscente è insolitamente poco concreto e sbaglia nettamente una palla corta dopo aver condotto con sicurezza lo scambio. L’uomo di Sydney rinviene con l’aiuto del servizio e annulla nel complesso cinque palle-break, anche grazie a un errore di rovescio del rivale che replica senza precisione a un dropshot.
Nel prosieguo del set Djokovic conferma i progressi in risposta e ingarbuglia il turno successivo di servizio del rivale, ma Popyrin si porta ugualmente sul 4-4. Alexei denota un atteggiamento più sicuro rispetto alle due sconfitte incassate dall’asso serbo a Melbourne e a Londra: Nole perde il terzo punto con la terza palla corta fuori misura e stecca il dritto dello 0-30.
Popyrin spinge il dritto inside in dello 0-40 e con un ottimo lob di rovescio costringe Djokovic all’errore con la volée dorsale, confezionando un break improvviso in soli quattro punti. Con altrettanti scambi tiene il servizio, completa una fila di dieci punti consecutivi e chiude il set straripando: dieci su tredici punti a rete per l’atleta australiano in quarantanove minuti e 6-4 meritatissimo.
Secondo set: Djokovic non trova profondità e cede ancora per 6-4
Djokovic commette errori in manovra e non riesce a far pagare al rivale la scarsa mobilità, anche perché il rovescio slice a una mano dell’australiano dà noia al belgradese, soprattutto sul suo dritto. Djokovic arriva a commettere tre doppi errori nel game inaugurale, ma rimedia in qualche modo senza concedere palle-break. Popyrin dal canto suo si disimpegna bene anche perché Nole risponde con la consueta spavalderia ma pecca in precisione, non sfruttando le occasioni sulla seconda palla del rivale.
Djokovic conferma l’involuzione palesata alla fine della prima frazione: nel quinto gioco continua a servire male e Alexei lo punzecchia d’incontro in ricezione. Novak sbaglia un’altra volée dorsale, più comoda di quella descritta precedentemente, e c’è un altro 0-40. Il serbo si salva nelle prime due occasioni ma nella terza raccoglie male e butta in corridoio con il dritto un altro rovescio lungolinea tagliato di Popyrin, che si prende il break del 3-2.
Con il suo palleggio poco profondo Djokovic non dà fastidi al rivale, che si abbassa meglio del solito sulle gambe per contenere gli affondi dell’avversario e avvelenarne le discese a rete con palle lente e radenti il net: dopo trentadue minuti lo score recita 4-3 per il favorito numero ventotto, che si reca in battuta.
Popyrin tiene la battuta nell’ottavo game confermando i progressi in termini di personalità quando, dopo aver subito il ritorno del campione dal 40-15, ne spegne gli ardori aggiudicandosi i due scambi successivi. L’uomo di Sydney cresce nel controllo dello scambio perché Djokovic continua a colpire corto; il decimo game è anche stavolta letale per lui. In quarantacinque minuti per il serbo ci sono quattordici errori non forzati; Popyrin ottiene il 64% con la seconda palla, altro segno dell’inefficacia del tennis del belgradese.
Terzo set: sale il rendimento di Djokovic che strappa tre volte la battuta al rivale e vince 6-2
Nole non può più sbagliare e mostra maggiore intraprendenza in ribattuta, dando finalmente filo da torcere al contendente quando non gli funziona la battuta principale. Il serbo incassa un doppio errore e trova il primo break di questo venerdì sera; la sua palla è più veloce e insidiosa, la risposta rimane in campo e Popyrin fatica a trovare punti facili con il servizio principe. Alexei si trova sullo 0-3 e 0-30 ed è bravissimo a evitare il secondo break, risolvendo tra l’altro con lo smash il palleggio più bello sin qui del match.
Il serbo forse risente dell’occasione non afferrata e si mette nei guai con un doppio errore. Pare porre rimedio alla vicenda ma concede invece una palla-break con una volée di dritto in rete, nuovo tentativo mal eseguito di addomesticare il rovescio slice lungolinea del rivale. Popyrin manca la chance ma prende coraggio e riesce a sfruttarne una seconda, togliendo la battuta al contendente.
L’australiano esulta e sale subito 40-15, ma la consistenza di Nole ora è diversa, il suo palleggio ha ritrovato l’abituale educazione e il campione di Montreal ora deve arrancare. Djokovic perfeziona così il nuovo break e si porta sul 5-2 con un piglio assolutamente nuovo nell’incontro. Dopo due ore e dieci minuti, inoltre, la spinta sulle gambe dell’australiano è in calo e il numero dei suoi errori in manovra cresce; Alexei concede per la terza volta consecutiva il turno di servizio e il 6-2 conseguente premia l’umiltà del serbo, paziente nel ricostruire i pezzi del proprio tennis. Per Popyrin diciotto errori non forzati.
Quarto set: Djokovic sembra ben avviato ma crolla nella fase centrale e si arrende
Djokovic cede dieci punti al servizio nella terza frazione, di cui sei quando subisce l’unico break. Il serbo spende poche energie per difendere la battuta anche all’inizio della quarta frazione, mentre Popyrin deve dare fondo alle riserve di coraggio per annullare due complicate palle-break nel secondo gioco. Nole prende spazio e risponde praticamente sempre, ma manca di cattiveria in alcuni frangenti e si lascia raggiungere sul 2-2.
Il campione serbo gioca al gatto con il topo anche nel quinto game, il più emozionante del match, e sono dolori perché Popyrin investe energie della cui esistenza non eravamo affatto sicuri, e riprende alcune conclusioni del rivale tramutandole in oro. L’australiano manca tre palle-break ma ne trova una quarta e scarica un dritto a uscire tremendo, che accompagna nel suo tracciato vincente con un urlo di battaglia: 3-2.
È così, Djokovic non riesce a dare continuità alla buona performance del terzo set, non trovando, cosa davvero rara nel suo cursus honorum, la determinazione per colpire quando è strettamente necessario. Nole riparte con un ottimo 15-40 ma Alexei passa di dritto e in seguito si affida alla battuta per tenere a distanza l’avversario. Sul 2-4 Djokovic prova a ripartire dal servizio ma dopo il 40-30 si incarta in due doppi errori mentre Popyrin scova nuove energie e la sua falcata lo trasporta verso palline che sembrano irraggiungibili; il 5-2 con due break è cosa fatta!
Novak reagisce, non trasforma uno 0-40 ma trova il primo contro-break ai vantaggi e tiene, non senza faticare, il game che lo porta sul 4-5. Popyrin serve però di nuovo per il match e si scrolla di dosso ogni paura, mettendo a segno anche un ace con la seconda palla; il suo stupefacente 2024 continua, Djokovic è eliminato.