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Trump-Harris, cosa voteranno i vip

Sono lontani i tempi in cui Bruce Springsteen si era speso organizzando un concerto a supporto di Hillary Clinton. In quel caso il risultato di voto non fu quello sperato, perché la ex First Lady e poi segretario di Stato non riuscì a ottenere la nomination come candidata democratica alle presidenziali. Adesso un’altra donna ci riprova e lo fa strizzando l’occhio al mondo femminile dello showbiz. Da giorni si parla, infatti, di un possibile endorsment da parte di Beyoncé, altra star del mondo musicale, a favore di Kamala Harris. Per ora non c’è alcun appoggio ufficiale, anche se la cantante ha concesso di utilizzare la sua canzone “Freedom” in un video della campagna elettorale dem. Il partito, quindi, al momento si “accontenta” del sostegno della madre di Beyoncé, Tina Knowles, mentre va a caccia di nuovi “supporter” nel mondo dei vip.

Chi non ha mai fatto mancare il suo voto al partito dell’asinello, anche quando il candidato ufficiale era ancora Joe Biden, è invece Robert de Niro, fiero oppositore di Donald Trump. Restando nel mondo del cinema, è arrivato timidamente l’endorsment di George Clooney, primo fundraiser del partito democratico, vicinissimo a Barak Obama e tra coloro che pubblicamente si sono spesi per un passo indietro di Biden. Silenzio, invece, dalla moglie, Amal Alamuddin. Sono pro-Harris il regista Spike Lee e l’attrice Barbra Streisand, insieme a Nick Offerman, Jane Fonda e Ben Stiller, con questi ultimi che hanno partecipato al “Comics for Harris”, un incontro virtuale via Zoom che si è svolto i primi di agosto con lo scopo di raccogliere fondi per la campagna elettorale dell’attuale vicepresidente americana.

Anche Cynthia Nixon di "Sex in the City" ha applaudito la decisione di Kamala Harris di correre per la Casa Bianca, anche se la maggior parte dei sostenitori proviene dal mondo musicale: la star Charli XCX si è unita al coro di voci entusiaste di cui fa parte anche Kesha. Quest’ultima, in realtà, si è spinta oltre, rivolgendo al candidato vicepresidente repubblicano JD Vance un eloquente «f—- that man». Hanno annunciato di voler votare Harris anche John Legend, che su Instagram si è detto «so ready» per una presidenza di Harris, Olivia Rodrigo, nota per il suo attivismo in favore dei diritti delle donne e contro «i divieti estremi sull'aborto di Donald Trump», e Katy Perry. La pop star ha “offerto” la sua nuova canzone "Woman's World" come colonna per l’appoggio a Kamala Harris, condividendo su Instagram un video intitolato "Momala," che ha come protagonista la candidata dem che balla e ride.

Insomma, il partito democratico cerca quel sostegno da parte dei personaggi famosi, che stentava ad arrivare con Biden candidato. Ma chi appoggia, invece, Donald Trump? Il nome che ha fatto più discutere nelle ultime ore è quello di Robert Jr. Kennedy. Il figlio di Bobby, ucciso nel 1968 mentre era in corsa proprio per la Casa Bianca e nipote del presidente John Fitzgerald Kennedy, a sua volta assassinato a Dallas nel 1963, ha rinunciato alla propria candidatura e ha offerto il suo sostegno a The Donald. Pur provenendo da una delle famiglie democratiche più influenti negli Usa, il 70enne è da tempo molto critico nei confronti del partito e ne è uscito per diventare indipendente. Vicino a posizioni no vax, si è attirato le critiche di fratelli e sorelle proprio a causa del suo supporto, per quello che sui social hanno definito come «un tradimento dei valori che nostro padre e la nostra famiglia hanno più a cuore».

Tra gli altri endorsment ricevuti da Trump c’è poi quello di Elon Musk: il patron di Tesla e della piattaforma social X (ex Twitter), che ha ospitato anche un’intervista all’ex presidente Usa, potrebbe anche entrare a far parte della squadra di Governo in caso di vittoria di Trump. A dichiararlo è stato lo stesso candidato repubblicano a Reuters, ipotizzando una possibile “consulenza”, a patto che l’uomo più ricco del mondo «sia disposto ad accettarla». Quanto al mondo delle star musicali e cinematografiche, dichiarazioni pro Trump sono arrivate anche dalla rapper, modella e star TV Amber Rose, da Kanye West e Kid Rock, già ospite alla Casa Bianca nel 2018 e che oggi dichiara: «Non sostengo Trump perché è un santo, ma perché ama vincere e non ha paura di infrangere le regole. Voglio qualcuno come lui nella mia squadra». Voteranno Trump anche due cantanti country meno noti in Italia, ma molto popolari negli States, come Lee Greenwood, che ha eseguito il suo celebre brano "God Bless the USA" durante la convention repubblicana, e Chris Janson, anche lui sul palco dell’evento con la sua “All American Guy”. Se 50 Cent ha alternato frasi contro e a favore di Trump, di sicuro Hulk Hogan non ha esitato intervenire in occasione dell’investitura ufficiale di Trump definendolo il suo «eroe» e «il più grande presidente degli Stati Uniti». Tra chi non ha mai nascosto le sue simpatie per il candidato repubblicano, infine, c’è Scott Baio, già “Happy Days” (interpretava Chachi Arcola), anche se al momento non ci sono dichiarazioni ufficiali in vista del voto di novembre.

E Taylor Swift? Non c’è dubbio che la pop star sia la più contesa dai due candidati: poter avere il suo supporto potrebbe garantire un certo numero di voti in più. Forse per questo ha fatto discutere un post, apparso sul social di Trump Truth, in cui si lasciava intendere un endorsment da parte della star del momento e dei suoi fans. L’immagine, in cui si vedono persone indossare una maglietta con scritto Swiefties for Trump, è però frutto dell’intelligenza artificiale, così come quelle, nello stesso collage di foto, in cui si vede la 34enne vestita come lo zio Sam che esorta a votare per il tycoon. Al momento lei non ha espresso alcuna preferenza, anche se in passato aveva appoggiato Biden. Massima cautela anche per Michael Bloomberg, che ha parlato di decisione «too important to rush», quindi troppo importante per farsi prendere dalla fretta, così come da parte dell’attrice Julia Roberts e della numero 1 di Vogue Anna Wintour.

Resta un interrogativo: serve l’appoggio dei vip alla buona riuscita della campagna elettorale? Certo avere dalla propria parte le star può influire su qualche intenzione di voto, ma secondo gli analisti il gioco potrebbe non valere la candela. Tornando all’esempio di Bruce Springsteen, il suo endorsment non portò bene alla candidata Hillary Clinton. Magari non sarebbe riuscita comunque a vincere nella corsa alla nomination, ma il rischio è che l’endorsment massiccio di personaggi illustri, soprattutto popolari, miliardari e dalla vita agiata faccia percepire il candidato come troppo distante dalla gente comune, con un inevitabile effetto boomerang.

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