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Ha il figlio malato, ma non ha più ferie per accudirlo: i colleghi gliele donano 

Quando ha capito che non le bastava più il tempo a disposizione per accudire il figlio, minorenne, malato, la donna ha bussato alla posta della direzione di Israa chiedendo aiuto. La risposta è stata superiore alle aspettative.

È una bellissima storia di solidarietà quella che sta avvenendo tra gli oltre seicento dipendenti dell’Istituto che gestisce le case di riposo di Treviso, una struttura che è un esempio di efficienza del terziario grazie all’organizzazione e amministrazione, ma anche grazie alla professionalità e al cuore delle persone che vi lavorano. Tutto è iniziato alcune settimane fa quando la dipendente ha ammesso la propria difficoltà: «mio figlio è malato, devo stargli vicino ma non ho tempo, anche tenuto conto di permessi, ferie e quant’altro».

Lunghe le procedure per accedere ai privilegi della legge 104, e pur avviate. Serviva una risposta in tempi brevi, e nessuno poteva permettersi fosse quella delle dimissioni. Di qui la decisione della direzione di Israa: un avviso pubblico a tutti i dipendenti redatto sulla base delle disposizioni del contratto di lavoro nazionale che dal 2018 ha permesso su base volontaria ed a titolo gratuito la possibilità, per i dipendenti, di cedere, in tutto o in parte le proprie ferie ad un altro dipendente «che abbia esigenza di prestare assistenza a figli minori che necessitino di cure costanti per particolari condizioni di salute».

L’avviso è stato pubblicato alcuni giorni fa ed ha ricevuto subito «una risposta incredibile» sottolinea il direttore Israa Giorgio Pavan, «tanti i colleghi che si sono subito messi a disposizione per donare uno o più giorni di ferie alla propria compagna di lavoro, altri quelli che hanno chiesto come fare». Già oggi, a quanto trapela, il monte ore donato sarebbe tale da permettere alla dipendente di raggiungere le scadenze del possibile avvio debenefici della Legge 104. Ma la gara di solidarietà – rigorosamente in forma anonima – non si ferma. Ma c’è di più.

Perché approfittando della situazione Israa ha deciso creare un vero e proprio percorso di condivisione e solidarietà interna tra il personale dando la possibilità di «chiedere tempo» ai dipendenti che si trovino nelle condizioni di aver bisogno di “ferie solidali” (come sono ufficialmente definite), e di «donare tempo» a coloro che ne abbiano possibilità. Il tutto tramite la compilazione di apposite schede all’ufficio personale. Una sorta di banca del tempo interna all’Istituto «dove si è anche una grande famiglia».

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