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In montagna mucche stressate per il troppo caldo: la produzione di latte cala del 15%

Troppo caldo nel Bellunese: produzione di latte in calo del 10-15% e poca erba nelle malghe.

A lanciare l’allarme è Confagricoltura che evidenzia come «le temperature record di questa estate anche ad alta quota stanno causando stress da calore alle vacche da latte.

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Nonostante gli impianti di ventilazione siano ormai presenti in tutte le stalle, gli animali manifestano disagio e producono meno latte», precisa il presidente dell’associazione Diego Donazzolo che parla di un calo del 10-15%, «che in alcuni casi può arrivare anche al 20%», sottolinea Modesto De Cet che alleva 360 capi di bovini di cui 180 da latte e presiede Lattebusche.

Caldo prolungato e umido

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«Il problema è il caldo prolungato, molto umido, che sta andando avanti senza interruzioni da luglio. Fino a quattro o cinque giorni gli animali sopportano i picchi di calore, ma se si protraggono nel tempo possono influire sulle loro funzioni fisiologiche. Le previsioni danno caldo anche per la prossima settimana, ma speriamo nella pioggia», spiega Donazzolo.

A cui fa eco De Cet: «Malgrado le stalle siano quasi tutte ventilate, gli animali col troppo caldo mangiano meno e quindi producono meno latte. Si rifanno alla sera quando la temperatura va un po’ giù, ma è poca cosa».

Ma allora cosa fare?«Governare i cambi climatici non possiamo, per cui dobbiamo adattarci con gli strumenti che abbiamo. Sicuramente dobbiamo mettere in conto che situazioni di questo tipo saranno sempre più frequenti», conclude il presidente di Lattebusche.

Il prezzo sale

Ma non tutti i mali vengono per nuocere. «Con minore produzione, il prezzo del latte sta salendo, considerando che alcuni contratti sono stati conclusi a 54-56 centesimi al litro. Di conseguenza i listini dei formaggi dovrebbero risentirne in positivo, sulla spinta anche dell’export che nei primi mesi dell’anno ha registrato un forte aumento. Ci preoccupa, però, la guerra dei dazi tra l’Unione europea e la Cina, che potrebbe vedere colpiti per l’ennesima volta i nostri prodotti agroalimentari», nota Donazzolo.

Le conseguenze negli alpeggi

Ma se il caldo crea stress ai bovini, lo fa anche ai prati che producono meno erba vista la carenza di pioggia e così alcuni allevatori hanno deciso di anticipare la smonticazione e di portare gli animali nelle stalle a valle.

«Nei prati in malga inizia a scarseggiare l’erba», fa sapere il presidente di Confagricoltura Belluno. «Per cui alcuni hanno già deciso di lasciare le malghe. Anzi, stiamo anche ragionando se non sia il caso di anticipare il tempo dell’alpeggio viste le condizioni climatiche», conclude Donazzolo.

Per Augusto Guerriero che ha 15 vacche in alpeggio, «il problema è che non è nevicato tanto in inverno e questo incide anche sul cotico erboso che non viene riparato dal freddo e non viene tenuto nella giusta proporzione di umidità. Se poi piove troppo in primavera e poi in estate scatta questo caldo, le mucche rischiano di restare senza erba ma anche senza acqua. Purtroppo dovremo adattarci a questa situazione perchè credo che non cambierà nel tempo, anzi».

Ma allora cosa fare? «Qualcuno è sceso a valle, qualche altro come me alimenta le vacche con il fieno. Fieno che, visto il clima strano, non è tanto e non è buono perchè manca di sostanze nutritive per gli animali. Dovremo fare con quello che abbiamo».

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