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Rapina in corriera: tre arresti nella baby gang

Baby gang rapina un coetaneo sull’autobus. Pugni, schiaffi e minacce, per portargli via una cuffia senza fili. I quattro indagati – tre maggiorenni di età compresa tra i 18 e i 20 anni e un minorenne – non sono riusciti a strappargli il telefonino. Ci sono stati tre arresti il 21 maggio scorso: i carabinieri di Feltre hanno portato tra Baldenich e la Giudecca i giovani marocchini Mahmoud Mhammad; Keisi Tazzara e Yasmine Ait Oufkir, mentre del più giovane si è occupata la Procura dei Minori di Venezia. L’arresto è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari Elisabetta Scolozzi e gli indagati sono stati rimessi in libertà, su richiesta degli avvocati difensori di fiducia Enrico Tiziani, Gianluca Nicolai e Carlo Vigna (pubblico ministero Marta Tollardo).

Rito immediato già messo in calendario per mercoledì 11 settembre, sia per la rapina che per le lesioni aggravate da una quindicina di giorni di prognosi. La pena per la sola rapina va da cinque a dieci anni di reclusione, ma i tre avvocati hanno chiesto il rito abbreviato, che sarà discusso il 15 ottobre: in caso di condanna, ci sarà lo sconto di un terzo.

I fatti sono stati ricostruiti dal sostituto procuratore, sulla base del racconto della parte offesa e di alcune testimonianze. I quattro si trovavano nel piazzale della stazione ferroviaria di Feltre, mentre la parte offesa era a bordo del bus a disposizione degli studenti, come servizio sostitutivo di quello ferroviario. Hanno deciso di agire e sono saliti sul veicolo, cominciando a minacciare il passeggero con frasi come «vieni fuori se hai il coraggio, esci che ti picchio e chi ti credi di essere», Mentre la ragazza lo teneva fermo sul sedile, facendo scudo con il proprio corpo, i tre maschi lo colpivano con pugni e schiaffi al volto e alla testa. L’intenzione era quella di rubargli il telefonino, ma hanno dovuto accontentarsi della cuffietta wireless.

Se ne sono andati con la refurtiva di scarso valore, ma non hanno fatto tanta strada. Il ragazzo di origine colombiana ha chiamato i carabinieri, fornendo loro una descrizione puntuale dei presunti aggressori e i quattro sono stati rintracciati in città, nel giro di poco tempo: per i tre maggiorenni, sono scattate le manette e il trasferimento a Baldenich, mentre per il minore soltanto la denuncia, che è stata inoltrata alla magistratura lagunare per il seguito di . A distanza di pochi mesi dall’accaduto, si celebra il processo. —

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