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Triestina sconfitta senza alibi

TRIESTE. La delusione e la prima contestazione dei tifosi è comprensibile anche se oggettivamente prematura. Non ci sono alibi per la sconfitta eppure non c’è da sorprendersi perchè questa Triestina, smontata e rimontata negli ultimi mesi, con giocatori in bilico fino all’ultimo giorno di mercato, con un allenatore nuovo che si misura per la prima volta con la C e a Legnago falcidiata dalle assenze, è destinata a fare fatica almeno in questa prima fase. Figuriamoci in una partita come quella contro la Union Clodiense, fresca, determinata e con una struttura collaudata. La linea difensiva con il lungagnone Salvi in primis - ha raccontanto il bravo Andreucci a fine gara - è la stessa che ha preso 15 gol in serie D. Poi la Triestina le ha dato una mano con una serie infinita di cross facilmente leggibili ma superare la maginot veneta non era banale. Nemmeno con un uomo in meno ma forte di una rete arrivata dopo una manciata di minuti. Questa è la serie C e la Triestina di Santoni deve imparare. Di solito quando si va sotto di un gol l’avversario è nelle condizioni di fare quello che meglio (o spesso solo) sa fare. È successo anche al Vicenza con la Giana.

C’è da evitare distrazioni o letture sbagliate specie nella prima parte della gara. La Triestina non ci è riuscita e così per la prima volta si è trovata immersa nella situazione di dover rimontare. Pur giocando per 80’ nella metà campo della Clodiense agli alabardati è mancata lucidità, determinazione e concretezza indispensabili per dipanare la matassa. L’Unione non ha ancora quella identità di squadra che garantisce la continuità nelle giocate e la precisione nei fraseggi. E c’è anche da dire che questa squadra non ha giocatori che al momento mostrano qualità di leadership. Solo per fare un esempio nella fase iniziale della scorsa stagione alcune reti di Lescano avevano mascherato i limiti della squadra di Tesser.

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Per chi ambisce a stare nelle posizioni di vertice lasciare troppi punti nella fase di rodaggio può essere letale per il prosieguo della stagione. Drammatizzare è fuori luogo alla seconda giornata anche se è indubbio che la brutta Triestina sullo sconnesso manto erboso di Legnago ha gettato almeno 2 punti perché un pari poteva starci. Al di là del risultato tuttavia la prestazione e l’atteggiamento, generoso e pasticcione, hanno lanciato segnali da non sottovalutare. E che Santoni non sottovaluterà.

Nel suo modo di intendere il calcio gli esterni sono decisivi sia quando c’è il possesso palla così come in copertura. Ebbene Vicario è apparso impacciato, Attys mobile ma prevedibile quando deve superare l’uomo, El Azrak va a strappi (ma lui è così). Questi sono e solo l’ingresso di Olivieri, che esterno puro non è, può modificare in parte gli equilibri. Con le punte che non sono dei bomber la via del gol o almeno delle conclusioni in porta è in salita.

E ancora sabato sera la prima linea davanti a Roos aveva i quasi debuttanti Moretti e Vallocchia , con Germano che si adatta e Rizzo che spesso ha dei vuoti pericolosi. Il centrocampo di qualità dovrebbe farla pesare ma nè Voca, nè Correia e solo a tratti D’Urso hanno interpretato il match con piglio e personalità. Insomma Santoni deve lavorare tanto ed è giusto lasciarlo lavorare. La società ha detto di voler vincere e andare in B ma dal mercato non sono arrivate tutte le risposte che si aspettavano. E allora c’è da aspettare il responso del campo. Solo tra qualche settimana si potrà capire se le potenzialità della squadra saranno sufficienti per restare in alto. Poi si faranno i processi.

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