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Triestina, emergenza esterni: squadra ridotta ai minimi termini

TRIESTE. Dopo la brutta serata contro la Clodiense, la Triestina avrebbe voluto avere più tempo per resettare, capire cos’è successo, recuperare i tanti infortunati e inserire meglio gli ultimi arrivati.

Per questo confidava nella possibilità di chiedere il rinvio della partita con il Caldiero Terme, in programma domenica 8 al Rocco alle 18.30, sfruttando il fatto di avere almeno tre convocati nelle varie nazionali.

Di giocatori papabili l’Unione infatti ne ha diversi: alla prova dei fatti Attys è stato convocato con l’Haiti, Vicario con la nazionale del Curaçao, Thordarson nelle giovanili dell’Islanda. Niente convocazioni invece per Krollis con la Lettonia e Jonsson con l’Islanda.

Il problema è che i giocatori interessati devono aver giocato almeno il 30% del minutaggio per essere considerati tra quelli che consentirebbero un rinvio, requisito che manca invece a Thordarson, che nelle prime due partite di campionato è sceso in campo solamente per una manciata di minuti.

Alla resa dei conti, quindi, nessuna possibilità di chiedere il rinvio del match con il Caldiero e prepararsi meglio alla sfida con un’altra neopromossa. Anzi, proprio a causa delle convocazioni di Attys, Vicario e Thordarson, una rosa già ridotta ai minimi termini (sabato in panchina c’erano solo cinque giocatori di movimento, oltre ai portieri) si impoverisce ulteriormente. E, giusto per rendere la pillola ancora più amara, i nuovi assenti hanno tutti lo stesso ruolo, ovvero sono esterni offensivi.

Per fortuna Santoni potrà avere finalmente l’ultimo arrivato Olivieri e probabilmente riuscirà a recuperare alcuni degli infortunati: sicuramente Braima, poi forse qualcuno tra Bijleveld e Frare, più difficilmente Tonetto e Struna. Sta di fatto che sugli esterni è emergenza totale. Come se ne esce?

Se Santoni vorrà mantenere lo stesso sistema di gioco, molte alternative non ce ne sono: dovrà utilizzare come esterni El Azrak e molto probabilmente Olivieri, anche se lo stesso tecnico ha detto di vederlo più come una punta. Questo lascerebbe intatto il resto dell’impianto, con Correia e Voca davanti la difesa, D’Urso sottopunta e uno fra Krollis e Vertainen come attaccante centrale, ma senza avere praticamente nessun ricambio sulle fasce.

Altrimenti il mister dovrà ricorrere per una volta a un cambio di modulo, al momento piuttosto improbabile, che ad esempio preveda un terzetto a centrocampo (Braima, Correia e Voca), un trequartista (D’Urso) e due punte (Olivieri e una fra Krollis e Vertainen).

Oppure ancora un albero di Natale con due trequartisti a supporto di una punta: e qua almeno fra D’Urso, El Azrak, Olivieri, Krollis e Vertainen, le alternative non mancherebbero. Ma si tratta di opzioni fin qui mai provate, perché fin dal ritiro l’impronta di gioco è stata chiara.

Di sicuro, al di là di moduli, ruoli e posizioni in campo, quello che dovrà necessariamente cambiare sarà l’atteggiamento. Per far valere la maggior qualità, come ha spiegato lo stesso Santoni dopo Legnago, bisogna prima almeno pareggiare la contesa sul pianto della grinta, dell’agonismo e della voglia di vincere i duelli, insomma quella capacità di fare a sportellate che contro la Clodiense è mancata. E che contro un’altra neopromossa battagliera come il Caldiero Terme, bisognerà assolutamente ritrovare. —

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