Caro affitti e attrattività, Santocono: «A Padova serve un piano»
«Dobbiamo affrontare insieme il tema del caro-affitti e della crisi abitativa che riguarda, più che gli studenti, tutti i talenti che come città vogliamo attrarre».
È anche il mondo economico padovano a ritenere urgente un intervento sul costo dell’abitare. Il presidente della Camera di commercio Antonio Santocono interviene sulla scorta dei report e dei dati che indicano rincari record dei prezzi degli affitti delle stanze in città, ma anche un primo evidente calo della domanda che può tradursi anche in una minore attrattività di Padova a livello nazionale e internazionale.
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Certo non è un problema solo della città del Santo: d’altronde anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini proprio pochi giorni fa ha sollecitato il governo a inserire nella prossima manovra un piano casa per offrire ai neo-assunti alloggi ad affitti calmierati per favorire la mobilità nel Paese e attrarre lavoratori dall’estero.
Ma a Padova si è scatenata negli ultimi anni una sorta di tempesta perfetta: il vorticoso aumento del turismo, la crescita delle iscrizioni e la mancanza di spazi abitativi hanno creato una situazione che è diventata emergenza.
Presidente Santocono, il tema del caro-affitti è sentito anche dal mondo delle imprese?
«Certamente, in particolare dal punto di vista della perdita di attrattività della città. Un tema che ci sta molto a cuore».
Il rischio è che i giovani talenti rinuncino a venire a Padova perché abitare costa troppo.
«Quello abitativo è un problema che è emerso a Padova negli ultimi 2-3 anni, soprattutto dopo il riconoscimento Unesco che ha rilanciato il turismo. Ma in Europa è da tempo che si interrogano su questi temi. Penso a Barcellona, dove si sta iniziando ad agire normativamente: da una parte bisogna gestire l’overtourism senza penalizzare le attività economiche, dall’altro agevolare gli studenti».
Non è facile. Cosa si può fare?
«Affrontare il tema degli affitti brevi, per prima cosa. C’è sempre meno interesse ad affittare per tempi medio-lunghi, a causa delle difficoltà che i proprietari hanno vissuto in questi anni».
Di cosa parla?
«C’è il problema di dare più garanzie a chi affitta a lungo termine, che ha il rischio di inquilini che non pagano e sfratti difficili. Con gli affitti brevi spesso si guadagna di più e si può rientrare in possesso dell’immobile in qualsiasi momento».
Come sostenere i piccoli proprietari dunque?
«A livello territoriale possiamo impegnarci tutti per ristabilire un po’ di competitività tra le due scelte. I proprietari devono poter essere tranquilli, anche rispetto agli arrivi di lavoratori d’origine straniera. Per questo è necessario che ci sia un’istituzione pubblica che faccia da garante, e noi come ente camerale siamo disponibili a dialogare per trovare una soluzione».
Questo vale anche per gli studenti?
«In questo caso il tema è soprattutto calmierare i prezzi, confido che l’apertura di diversi studentati nei prossimi anni possa aiutare. Ma oggi come oggi a Padova viaggiamo tra i 400 e i 500 euro a camera: non possiamo permettere che solo chi ha i mezzi economici adeguati possa frequentare l’università, rischiamo di dare un danno al Paese».
Va ampliato il patrimonio abitativo?
«Guardiamo anche a tutto il nostro territorio. Abbiamo dati che parlano di un aumento del numero di studenti che abitano nel Piovese. E confido che il tram possa aiutare molto in questo, perché si potrà prendere casa a Rubano, Mestrino, Vigonza o Legnaro e avere un collegamento rapido e comodo con il centro».
In definitiva, il mondo delle imprese non può far finta di nulla rispetto a questo fenomeno?
«Assolutamente no. Anche perché vale per gli studenti così come per la mancanza di manodopera. C’è il tema degli autisti degli autobus che non sanno dove alloggiare, c’è la mancanza di personale che affligge il mondo del commercio, ci sono averi aspetti. Perciò dico che è la città che deve occuparsene. È un problema che possiamo risolvere insieme».