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«Crisanti mi accusò, mai con lui». Il veto del leader grillino Conte sulla candidatura del prof

Vedi tu come cambiano le cose. Andrea Crisanti come consulente della procura di Bergamo ha detto la sua su quello che fu il ruolo dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Ora però si ritrova in una situazione un tantino delicata, perché per candidarsi alle prossime elezioni regionali come uomo del campo largo dovrebbe convincere proprio il leader grillino Conte.

Da ambienti interni al partito però gira voce che proprio l’ex premier avrebbe espresso una sorta di veto su Crisanti, in virtù delle pesanti accuse mosse con quella consulenza fornita alla procura bergamasca.

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Conte è stato messo sotto accusa per la mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro (in provincia di Bergamo), mentre a Speranza veniva imputata la mancata attuazione del piano pandemico nazionale, non aggiornato dal 2006.

«Io non ho accusato proprio nessuno», risponde Crisanti. «Anzi, la mia consulenza allevia la posizione di Conte. In ogni caso cercherò di incontrarlo per spiegargli e sistemare le cose».

Conte e Speranza sono stati indagati per omicidio colposo ed epidemia colposa per la gestione della prima fase della pandemia di Covid 19, nella primavera 2020. Ma la procura ha poi archiviato le loro posizioni, sostenendo che non fosse provata la correlazione tra le morti e la mancata zona rossa.

Dunque la vicenda giudiziaria si è conclusa, ma la coda è tutta politica. E se Conte, come si vocifera negli ambienti veneti grillini, ha messo il veto su Crisanti, non va benissimo nemmeno sul fronte Speranza. L’ex ministro, infatti, è rientrato nel Pd e ora è un compagno di partito dello scienziato.

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