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Due bambine palestinesi ferite arrivano al centro Grandi ustionati di Padova

Arriveranno mercoledì 4 settembre a Padova due bambine di Gaza per ricevere cure al centro grandi ustionati dell’Azienda Ospedale-Università.

Khaled al Zeer, ingegnere e presidente della comunità palestinese di Padova, partirà martedì alla volta del Cairo per andare a prendere le due pazienti, le loro madri e sorelline, in tutto sei persone.

Le pazienti sono una piccola di due anni, con un terzo del corpo coperto da ustioni, e una ragazzina di 16 anni finita in sedia a rotelle per le lesioni e che soffre di malnutrizione. La prima sarà accompagnata dalle sorelline, di 4 e 1 anno.

L’evacuazione umanitaria è stata organizzata da due Ong, Save a Child (britannica) e Gaza Kinder Relief, e la cura delle pratiche amministrative è stata dell’Irccs Burlo Garofolo di Trieste.

Save a Child e il Burlo avevano già collaborato per portare a Trieste dal Cairo un gruppo di otto bambini di Gaza e i loro accompagnatori per le cure, in quella che è stata probabilmente la prima evacuazione umanitaria privata dalla Striscia.

L’Ong aveva raccolto i fondi necessari per il noleggio di un jet privato (circa 80 mila euro) per trasportarli in sicurezza. A questa missione aveva partecipato pure al Zeer come traduttore.

L’obiettivo iniziale, annunciato a inizio luglio, era il bis della missione umanitaria, con altri otto bambini da portare in salvo in Veneto, con simili modalità. Poi però la guerra si è inasprita, i valichi sono serrati, e solo due degli otto bambini nella lista di Save a Child sono riusciti a uscire dalla Striscia per arrivare al Cairo, da dove possono essere sfollati in Italia. Il nostro Paese è tra i pochi che ha detto di sì ad accogliere bambini malati e le loro famiglie (Save a Child aveva contattato anche Regno Unito e Germania).

«Il tutto è avvenuto grazie a una collaborazione con la Direzione sanitaria del Veneto, l’Ospedale di Padova, il Comune di Padova e l’associazione Sanitari per Gaza del Veneto. Tutti i problemi burocratici si sono sbloccati grazie a una decisione politica precisa della Regione, e c’è stata fin da subito una collaborazione efficace con Roma per avere i visti. L’Italia che ripudia la guerra si vede sui territori, con iniziative come questa, che vedono l’adesione di Regioni e Comuni a prescindere dal colore politico» commenta al Zeer.

Certo, fa sapere il presidente della comunità palestinese di Padova, ci sono altre iniziative di solidarietà incagliate: «Molte università, tra cui Padova, Siena e Bologna hanno messo a disposizione borse di studio dedicate a palestinesi, ma chi vorrebbe venire è bloccato nella Striscia».

Intanto uno dei bambini arrivati a Trieste può iniziare a sognare di camminare ancora: è arrivato a Budrio, in Emilia-Romagna dove verranno confezionate le protesi su misura al Centro Protesi di Vigorso e inizierà il suo percorso di riabilitazione. La durata prevista della riabilitazione è di 45 giorni.

La generosità del nordest si è fatta sentire anche là: un agriturismo gli offrirà gratuitamente il vitto e l’alloggio per tutta la permanenza.

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