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L’attrice Mallika Sarabhai si prepara al San Giorgio, sotto la guida di Rita Maffei

Una curiosa coincidenza vuole che in questi giorni sia a Udine la danzatrice classica, attrice e attivista per i diritti civile, l’indiana Mallika Sarabhai, che sta provando al teatro San Giorgio, sotto la guida registica di Rita Maffei, The Syringa Tree, uno spettacolo (una produzione indiana che andrà in scena a dicembre in India) della scrittrice sudafricana Pamela Gien, che Rita Maffei ha interpretato nel 2010 e che le è valso il Premio Franco Enriquez come miglior attrice e miglior regia di teatro contemporaneo.

E sempre la stessa coincidenza vuole che il 5 settembre al Festival del Cinema di Venezia sarà di scena la pellicola restaurata tratta dal capolavoro teatrale di Peter Brook, il mitico Mahabharata di cui Mallika è stata la protagonista femminile, e che il figlio di Brook, Simon ha fortemente voluto alla proiezione veneziana.

Coincidenza? Si, ma neanche tanto, visto, ad esempio la frequentazione friulana di Peter Brook come premiato prima e giurato poi del Primo Nonino in quanto “maestro del nostro tempo 1991”. Ma soprattutto la lunga e affettuosa collaborazione tra Maffei e Mallika che risale al 2003 quanto Rita fu ospite per oltre tre mesi al Darpana Academy of Performing Arts di Ahmedabad, un centro per le arti e per l'uso delle arti come linguaggio per il cambiamento, grazie al Premio Unesco-Aschberg, come laureate in residence dove ha lavorato con Mallika Sarabhai, i danzatori, gli attori e i musicisti della compagnia.

E poi nel 2005, a Udine, Mallika Sarabhai ha creato con Rita Maffei Western Woman, uno spettacolo multilingue e multimediale prodotto dal Css e in tournée in Italia e in India. E ora questo The Syringa Tree. «Di cui – ci dice Mallika –, mi ha colpito la straordinaria attualità. Si tratta di un copione con oltre 26 personaggi affidati a una sola attrice. In questi personaggi e nella storia che racconta, vicende del Sud Africa dagli anni ’60 in poi, c’è tutto quello che agita il mondo, le rivolte per i diritti e le guerre e che questi spesso calpestano».

«Sono amica di Rita Maffei, sin da quanto venne a lavorare da noi vent’anni fa – spiega – e da tempo volevo fare qualcosa con lei, che rispecchiasse il mio modo di intendere e fare teatro: cioè portare in scena il nostro tempo e contribuire, se possibile, a una maggior consapevolezza da parte del pubblico sull’urgenza di cambiamenti che migliorino le nostre vite. E in questo senso The Syringa Tree è un testo esemplare». E su Mahabharata, ricorda: «Ero una danzatrice classica indiana e un’attrice di cinema, non avevo mai recitato in teatro prima di lavorare con Brook. E ho sempre pensato che le arti sono uno strumento fenomenale per cambiare le persone e andare al di là dei pregiudizi. Ma prima del Mahabharata non avevo mai creato qualcosa per me sola».

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