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Tracollo di Scholz in Germania, chiesta la testa della presidente socialdemocratica Saskia Esken

Il tracollo di Scholz e del partito socialdemocratico in Germania, iniziato con il risultato delle elezioni europee e proseguito con quello delle regionali in Sassonia e Turingia, continua a tenere banco. Sotto accusa è finita Saskia Esken, leader del partito da tre anni, ma non vengono risparmiate forti critiche al cancelliere.

Il tracollo di Scholz e le colpe di Esken

Secondo Der Spiegel, Saska Eskien è sotto accusa per la pesante sconfitta alle regionali. La Eskien ha polemizzato fortemente con un esponente politico di primo piano del suo partito di Brandeburgo suscitando reazioni indignate.

Il collega di partito di Esken, Bernd Lange, ha dichiarato al quotidiano “Bild” che si guadagnerebbe molto “se certe persone sostanzialmente non partecipassero più ai talk show”. Lange non ha fatto nomi, ma ha poi spiegato sui social media che la sua dichiarazione si riferiva a Esken e al segretario generale dell’SPD Kevin Kühnert: “Sono stato capito abbastanza bene. Sì, ora basta.” L’impressione che Esken e Kühnert hanno dato pubblicamente è stata “devastante – e non solo in questa occasione”, ha scritto Lange su Instagram riferendosi a un’apparizione televisiva.

Un partito lacerato

Le percentuali irrisorie raggiunte in Sassonia e Turingia, alle elezioni regionali, unite all’insuccesso europeo, dimostrano la lacerazione del partito socialdemocratico tedesco, che paga evidentemente anche e soprattutto la leadership del Paese che coincide con una fase di recessione piuttosto lunga. La sinistra tedesca, un tempo portatrice di novità e di un progressismo riformista europeo, con gente come Willy Brandt, oggi non esce dal guado di un tirare a campare che somiglia all’andreottiano, “tirare le cuoia”.

Scholz non riesce a frenare la crisi economica

Olaf Scholz da primo ministro è stato abbastanza deludente. Lo dimostrano i dati del Pil e la fase recessiva, lo conferma la storica decisione della Volkswagen di chiudere, per la prima volta nella storia, uno stabilimento in terra teutonica.

Il suo governo appare fragile e, nonostante la riconferma di von der Leyen a presidente della Commissione Ue, la stessa Germania appare indebolita agli occhi del continente. La Cdu si prepara certamente a rivendicare la guida del Paese, dopo i fasti di Angela Merkel.

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