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Israele e Anp temono un altro 7 ottobre in Cisgiordania. E le Idf uccidono un capo di Hamas: tra i più feroci di quel giorno

Sullo sfondo dell’aspro botta e risposta tra il presidente americano Joe Biden e il premier australiano Benjamin Netanyahu – con il primo che ha rimproverato al secondo di non fare abbastanza per raggiungere un accordo – e con i terroristi palestinesi che, al primo ministro di Telv Aviv che giura vendetta per la spietata esecuzione dei 6 ostaggi uccisi sabato a ridosso di una liberazione imminente, e con le autopsie che hanno rivelato che sono stati giustiziati (Hamas «pagherà un caro prezzo», ha detto ieri Netanyahu). mentre i guerriglieri palestinesi rincarano la dose contro-replicando che gli ostaggi torneranno nelle bare se Israele continuerà con gli attacchi. Israele e l’Autorità nazionale palestinese temono un’azione su vasta scala sulla scia del massacro del 7 ottobre, questa volta però in Cisgiordania.

Israele e Anp temono un altro 7 ottobre: un grande attacco di Hamas in Cisgiordania

Lo riferisce una fonte della sicurezza israeliana a Sky news Arabia, enucleando la possibilità che Israele e l’Autorità nazionale palestinese temerebbero un attacco simile a quello del 7 ottobre in Cisgiordania. «L’Anp, come noi, ha paura di uno scenario» come quello «del 7 ottobre in Cisgiordania. L’Autorità teme che Hamas effettui un colpo di stato contro di lei», come già avvenuto nella Striscia di Gaza, ha affermato la fonte. «Temiamo la possibilità di un attacco ampio e mirato come quello del 7 ottobre contro uno degli insediamenti o anche all’interno di Israele. E ci stiamo preparando per uno scenario del genere», ha insistito la fonte che rilancia in queste ore anche il sito del Tgcom24.

Ucciso il comandante di Hamas a capo dell’incursione in un kibbutz nel massacro del 7 ottobre

Intanto, sul fronte della guerra in corso – e sempre in relazione al massacro del 7 ottobre – si apprende che le Forze di difesa israeliane (Idf) avrebbero ucciso un comandante di Hamas a capo dell’incursione nel Kibbutz Netiv Ha’asara nel giorno della mattanza di civili. Uno dei più spietati, filmato mentre beveva coca cola trovata nel frigorifero di un’abitazione, pochi istanti dopo aver ucciso sul posto un uomo davanti ai suoi figli.

Fu filmato mentre beveva coca cola dopo aver ucciso un uomo davanti ai suoi figli

Diversi organi di stampa israeliani citati dal Times of Israel riferiscono, senza citare le fonti, che la famiglia della vittima israeliana è stata informata ieri che Idf e Shin Bet hanno ucciso Ahmad Wadia, comandante di compagnia delle forze d’élite Nukhba, assieme a diversi altri membri di Hamas. Sarebbe l’esito di un attacco aereo vicino all’ospedale Al-Ahli di Gaza City. Wadia, riporta il Times of Israel, ha fatto irruzione nella comunità israeliana la mattina del 7 ottobre usando un parapendio. Poi, una volta lì, avrebbe diretto l’attacco ai residenti, con l’uccisione di 21 persone e il rapimento a Gaza di un’altra.

Quanti e chi sono gli ostaggi ancora sotto sequestro a Gaza

E a proposito di ostaggi, dopo il ritrovamento domenica in un tunnel di Rafah dei corpi di sei rapiti – tra cui un cittadino americano e uno russo – trucidati a bruciapelo secondo i militari israeliani, restano ancora nelle mani di Hamas e delle altre fazioni palestinesi a Gaza 97 dei 251 rapiti nel devastante attacco ai kibbutz del 7 ottobre. Almeno 33 di loro, circa un terzo quindi, sono stati confermati morti dalle Idf durante i quasi 11 mesi di prigionia. Altri 35, tra cui 10 soldati, erano stati già trasportati morti a Gaza dai miliziani di Hamas.

Secondo il governo di Tel Aviv, gli ostaggi ancora vivi sono 64: 57 israeliani, alcuni dei quali con più di una nazionalità. Sei thailandesi. E un nepalese. Tra loro si contano 52 uomini, 10 donne e due minori. Undici sono membri dell’esercito, incluse cinque donne.

Nelle mani di Hamas ci sarebbero ancora 101 ostaggi, tra sopravvissuti e morti, ancora bloccati nell’enclave palestinese

Hamas aveva rilasciato 105 civili (81 israeliani, 23 thailandesi e un filippino) nell’ambito dell’accordo con Israele che portò a una tregua di una settimana lo scorso novembre. Prima ancora erano stati rilasciati altri quattro ostaggi. Otto di loro invece sono stati tratti in salvo vivi dalle forze israeliane in tre blitz. Mentre sono stati già recuperati i corpi di 37 ostaggi, inclusi tre che l’esercito dello Stato ebraico ha ammesso di aver ucciso per errore lo scorso 15 dicembre, mentre provavano a scappare dai loro rapitori.

Hamas ha nelle sue mani inoltre due civili israeliani che erano entrati nella Striscia di Gaza nel 2014 e nel 2015. Ed i corpi di due soldati assassinati nel 2014. In totale dunque sono 101 gli ostaggi, sia vivi che morti, ancora bloccati nell’enclave palestinese.

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