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Iter chiuso nelle Circoscrizioni: Porto Vecchio approda in aula a Trieste

La proposta di project financing avanzata dalla bergamasca Costim per la riqualificazione del Porto Vecchio ha concluso il percorso nelle Circoscrizioni III e IV, primo passaggio verso l’arrivo del testo in aula. L’iter prevede adesso un ulteriore passaggio in giunta, quindi la discussione in Consiglio comunale, che dovrà esprimersi su un tema che deciderà gli assetti economici e sociali di Trieste per i prossimi decenni. La seduta sarà convocata questo mese: una data possibile è lunedì 16 settembre.

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LA PROPOSTA

Il documento è stato presentato nei parlamentini dopo la prima approvazione della giunta su firma dell’assessore Everest Bertoli. Il contenuto del progetto è «riservato» – in quanto secretato dal Codice degli appalti, fa sapere il Comune – ma i primi dettagli emergono dalla delibera e dagli allegati a oggi disponibili. Il piano di Costim con Elmet Srl e Impresa Percassi Spa prevede la riqualificazione di moli, costa e fabbricati sdemanializzati del Porto Vecchio. Il programma stima lavori per oltre 620 milioni e nove anni e mezzo di cantieri.

I MAGAZZINI

Il primo asse attiene l’alienazione di 19 tra hangar e magazzini, che la controllata Polifin si propone di acquisire su una base d’asta di 45,97 milioni, con proventi da ripartire tra Autorità portuale (85%) e Comune (15%). I fabbricati verranno ristrutturati attraverso lavori da 458,12 milioni, quindi venuti o affittati con destinazioni private in accordo con le linee guida impresse da Comune e Consorzio Ursus.

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I MOLI E LA COSTA

I cinque moli, i tre chilometri di banchine e tutte le aree pubbliche saranno invece presi in concessione e riqualificate tramite interventi da 161,98 milioni per la realizzazione di «opere di interesse pubblico» come marine, spiagge e centri benessere. Il piano prevede un contratto di concessione di cinquant’anni, con l’impegno a versare un canone d’uso annuo di 215 mila euro al Comune e di 599 mila al Demanio.

IL PATERNARIATO
Il Comune intende andare a gara «tra dicembre e febbraio». Trattandosi di partenariato, il bando sarà aperto ma con diritto di prelazione per il proponente. Quindi, se una realtà terza dovesse avanzare una proposta più conveniente, Costim potrà decidere di eseguire comunque il progetto ma a tali condizioni, oppure ritirarsi ed essere rifondata dei 2,2 milioni già spesi in progettazione.

LE CIRCOSCRIZIONI

Il 12 agosto scorso la proposta di project è stata inviata alle Circoscrizioni III e IV, che hanno avuto a disposizione venti giorni per studiare la delibera – limitatamente alla documentazione disponibile – ed esprimere i propri pareri. Il testo è stato illustrato dall’assessore Bertoli e dai dirigenti e tecnici comunali nel corso di una seduta congiunta, partecipata e svoltasi a porte chiuse nella parte «riservata» dedicata all’esposizione del progetto.

IL DIBATTITO

Il confronto è risultato serrato, con i consiglieri di opposizione usciti dall’aula a fine seduta facendo mancare il numero legale: la III Circoscrizione quindi non ha espresso un parere. Il IV parlamentino si è riunito ieri sera: fino al pomeriggio la posizione del centrosinistra era di non esprimere alcun parere, risultando «materialmente impossibile – si legge in una nota congiunta di Pd, At, M5s e Pf diffusa nei giorni scorsi – in quanto a oggi nessuno ha avuto modo di vedere il progetto al di fuori della ristretta cerchia di funzionari».

IL CONSIGLIO

A partire da oggi il testo potrà tornare in giunta, che dovrà prendere atto di eventuali pareri pervenuti e licenziare nuovamente la delibera. A quel punto la partita si giocherà in Consiglio comunale: dal Municipio indicano lunedì 16 settembre come la prima data utile, ma gli uffici stanno ancora valutando. Il centrosinistra chiede intanto una seduta aperta per confrontarsi sul tema, da convocare in via straordinaria questa settimana. Il dibattito, dentro e fuori l’aula, sarà fondamentale: determinerà il futuro di Trieste per i prossimi cinquant’anni, minimo.—

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