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Il parere dell’avvocato: «Con motore ed elica distrutti o bruciati sarà molto difficile accertare la verità»

Sarà piuttosto complicato appurare la verità sul drammatico incidente di volo con due giovani vittime, l’istruttore e l’allieva, avvenuto nel tardo pomeriggio di lunedì 2 settembre a San Mauro di Premariacco. Ne è convinto l’avvocato udinese Maurizio Miculan che, tra l’altro, è il difensore della vedova di Alessio Ghersi, il pilota delle Frecce tricolori che, nell’aprile del 2023, morì assieme a un parente, durante un breve volo turistico sui monti dell’Alta Val Torre.

Miculan ritiene opportuno cambiare la normativa nazionale per quanto riguarda dispositivi a bordo e manutenzioni di questo tipo di aeromobili.

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Avvocato Miculan perchè pensa che sia così arduo giungere a conclusioni certe sui fatti accaduti?

«L’esperienza insegna che risulta molto difficile riuscire ad accertare, da un punto di vista tecnico, dinamiche, cause e responsabilità nella verifica di incidenti aviatori che riguardano ultraleggeri».

Quali gli ostacoli principali?

«Non esiste, per esempio, una scatola nera, né un diario di bordo da cui poter ricavare tutte le informazioni utili per la ricostruzione dell’accaduto».

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Revisioni e manutenzioni dell’ultraleggero dovrebbero essere certificate.

«Se è pur vero che esistono delle circolari Enac che prescrivono la tipologia e le modalità della manutenzione e delle revisioni del velivolo, è altrettanto vero che l’avvenuta osservanza di tali prescrizioni è, di fatto, lasciata a delle autocertificazioni da parte del proprietario e/o dell’utilizzatore dell’aereo, senza che vi sia una verifica periodica esterna da parte di organi a ciò deputati».

Motore ed elica non sono sufficienti per capire?

«Alla fine, resta appunto soltanto la possibilità di svolgere accertamenti sul motore e sull’elica, ma la casistica relativa a questo tipo di eventi dimostra che, quasi sempre, motore ed elica al momento dell’impatto o si incendiano o, comunque, riportano danni irreversibili che non consentono di ricostruire l’accaduto, proprio come è avvenuto nell’ultimo drammatico incidente mortale».

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Questa casistica che si ripete è preoccupante...

«Tre eventi luttuosi di questo genere nel giro di un paio di anni in una provincia come quella di Udine, impongono pesanti riflessioni».

Nell’ultimo episodio c’è qualche punto a favore di indagini che possano accertare come siano andate realmente le cose?

«Il fattore testimoniale potrebbe essere molto importante. Ci sono delle persone che hanno visto l’aereo provare l’atterraggio e poi riprendere quota, il perito che dovrà ricostruire la vicenda avrà elementi in più. Cosa che non è stata possibile nel caso del Pioneer precipitato sulla catena dei Musi nel 2023: i testimoni c’erano, ma erano molto lontani dal luogo dello schianto».

Indagini così difficoltose che sbocco possono avere?

«Si comprende perché le indagini relative a questa tipologia di eventi molto spesso si concludono con l’archiviazione del procedimento penale attesa l’oggettiva impossibilità di accertare, oltre ogni ragionevole dubbio, le responsabilità che legittimino una sentenza di condanna».

Come si possono migliorare le cose sul fronte sicurezza?

«Penso sia opportuno modificare la normativa nazionale, bisognerebbe inserire obblighi più stringenti nel tipo di cautele da adottare e di controlli da fare per evitare di trovarci di fronte a un dramma senza responsabili. Non avere una risposta sul perchè di una tragedia è un perdurante dolore che si protrae nel tempo».

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