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Capo ultras dell’Inter uccide l’erede della famiglia di ‘ndrangheta Bellocco: avevano giocato insieme a calcetto

Strano omicidio a Milano. Il capo ultras dell’Inter, Andrea Beretta, ha ucciso con una coltellata Antonio Bellocco, esponente di spicco della omonima famiglia di ‘ndrangheta, indicata dagli inquirenti come quella più influente nel territorio di Rosarno, in provincia di Vibo Valentia. Un omicidio avvenuto addirittura dopo una partita di calcetto tra i due svoltasi ieri sera.

Il capo ultras e la coltellata a Bellocco

Poche ore prima dell’ omicidio avvenuto stamani, Andrea Beretta e Antonio Bellocco hanno giocato insieme a calcetto, in una sfida tra amici. Lo testimonia una foto pubblicata su Instagram da uno dei capi ultrà dell’Inter, nella serata di ieri: una normale immagine di una partita di calcio tra amici, un “derby” tra tifosi di Inter e Milan. Tra le file dei primi, oltre a diversi esponenti del tifo organizzato nerazzurro, compaiono (anche taggati con i rispettivi profili Instagram) sia Belocco che Beretta, ucciso oggi dopo l’omicidio.

Lo storico leader della curva dell’Inter,  avrebbe ucciso Bellocco a coltellate, dopo essere stato ferito alla gamba dai colpi di pistola partiti da Bellocco. Beretta si trova ricoverato in stato di arresto in codice giallo all’ospedale San Raffaele.

L’omicidio fuori una palestra per motivi di “affari”

L’omicidio è avvenuto fuori dalla Testudo, una palestra di Cernusco sul Naviglio frequentata dagli ultras dell’Inter. Secondo una prima ricostruzione di Repubblica, sarebbe scoppiata una lite fuori dalla struttura per questioni di affari. Bellocco ha quindi esploso dei colpi di pistola contro Beretta da dentro la sua Smart parcheggiata nel cortile. Nonostante fosse ferito a una gamba, Beretta ha reagito con una coltellata alla gola, fatale per Bellocco.

Quel connubio tra calcio e mafia

Dall’omicidio di Diabolik, storico leader della curva nord della Lazio, a quello compiuto oggi da Beretta, lo strano connubio tra alcune curve e le mafie non è un fatto nuovo. Anni fa la procura distrettuale di Torino indagò sulla curva della Juventus e su tanti rapporti sospetti con i clan.

L’omicida invoca la legittima difesa

“Mi ha detto ‘mi sono difeso, mi sono difeso’. In auto erano due, nonè’ difficile immaginare cosa sia successo. Beretta era in palestra ad allenarsi, arriva Bellocco ed escono insieme sorridendo poi quello gli spara. In ospedale gli devono estrarre un proiettile, ha una piccola frattura Non è ancora formalmente arrestato”. Lo ha detto l’avvocato di fiducia di Andrea Beretta, Mirko Perlino.

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