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US Open: Sinner contro Medvedev, preview tecnica della partita

NEW YORK – In molti considerano il quarto di finale di stasera a Flushing Meadows (ore 03 italiane circa) fra Jannik Sinner e Daniil Medvedev come una finale anticipata, ritenendo i due protagonisti superiori agli altri tennisti rimasti in gara. Potrebbero anche aver ragione, ma le partite devono essere giocate, e può sempre succedere di tutto.
Proviamo intanto a valutare, sulla base di quanto visto finora qui allo US Open, cosa potrebbe avvenire tra Jannik e Daniil. Ci focalizziamo sul gioco e sulle geometrie, dando per scontato che per entrambi le percentuali e l’incisività dei servizi saranno importantissime.

COSA DEVE FARE SINNER
Evitare e tutti i costi la ragnatela dei palleggi in verticale di Daniil, che può diventare insuperabile a prescindere da quanto forte si tiri. Il tennis “a tunnel”, giocato dritto per dritto, senza troppi angoli, e basato su potenza e profondità, contro un difensore e incontrista nato come il russo non ha speranze di successo. Non a caso, uno come Andrey Rublev, che gioca esattamente così, di pura “sparatoria”, ha quasi sempre perso contro il suo connazionale.

Jannik dovrà utilizzare spesso gli angoli stretti, carichi di top-spin, che ha imparato a produrre nell’ultimo anno, è una delle soluzioni geometriche che ha migliorato di più. Vale anche per il lato del rovescio: fondamentalmente, contro un “muro di gomma” di altissima qualità come Daniil, bisogna aprire il campo in orizzontale il più possibile, spostandolo lateralmente, e solo allora azzardarsi a tirare le accelerazioni vincenti, siano esse in lungolinea, o incrociate in contropiede. Qualche discesa a rete, con prudenza s’intende, per punire l’eventuale posizione troppo arretrata dell’avversario, magari dietro al servizio, potrebbe essere utile.

COSA DEVE FARE MEDVEDEV
Profondità, profondità, profondità. Le speranze di disinnescare il miglior colpitore del circuito (parole di Tommy Paul, appena sconfitto negli ottavi, possiamo fidarci) dipendono quasi esclusivamente dall’attenzione che Medvedev metterà a tenerlo lontano dal campo. Se Daniil, che è un maestro in questo, saprà gestire il palleggio tirando i suoi colpi semipiatti, non troppo esplosivi ma insidiosissimi, nell’ultimo metro di campo, per Sinner sarà molto difficile, da laggiù, fargli male accelerando.

Se Jannik mette i piedi sulla riga di fondo, o più avanti, diventa durissima reggere la pressione progressiva che imprime allo scambio. Ma se lo costringi a rischiare da lontanissimo, o ad accettare palleggi infiniti e logoranti, anche uno sparapalle di qualità stratosferica come Sinner può andare in difficoltà. Dovrà stare molto attento, Daniil, anche a non allontanarsi eccessivamente lui dal campo, perchè l’italiano potrebbe sorprenderlo con la palla corta, altro colpo che ha enormemente migliorato quest’anno.

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