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Sangiuliano-Boccia, le opposizioni all’attacco del ministro dopo l’intervista al Tg1: “Abusa della tv pubblica, venga in Parlamento”

I 20 minuti di intervista al Tg1 del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per dare la sua versione dei fatti sulla vicenda che lo ha visto coinvolto con l’ex collaboratrice Maria Rosaria Boccia hanno scatenato la reazione dura delle opposizioni. Tutte, in blocco, hanno denunciato “l’uso personalistico” della tv pubblica e il fatto che l’ex direttore del Tg2 abbia preferito dare spiegazioni prima alla stampa che al Parlamento, come richiesto da diverse famiglie politiche.

I primi a parlare sono stati i parlamentari del Pd che, in una nota, hanno scritto: “Quindici minuti di intervista a un ministro su fatti sui quali le opposizioni hanno chiesto di riferire in Parlamento non sono altro che un uso privato del servizio pubblico. L’imbarazzante vicenda che ha coinvolto il ministro, le istituzioni, l’organizzazione del G7 ad oggi non è stata chiarita. Anzi, con uno stillicidio di novità quotidiane, mostra le ripetute bugie di membri del Governo e apre nuove questioni sulle quali occorre riferire in Parlamento. In aggiunta, oggi si registra un’altra incredibile puntata di questo scandalo, uno spazio di 15 minuti, senza partecipazione dell’opposizione, alla voce unica e sola del ministro. Questa non è informazione pubblica, è un regime di informazione che mortifica il servizio pubblico ad un uso privato. Chiediamo la convocazione dei vertici Rai in Commissione Vigilanza“.

Stessi punti sollevati anche dal Movimento 5 Stelle che parla della “nuova puntata della soap opera di serie B con protagonisti Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, con il primo che si assolve da solo e confida nel perdono ricevuto dalla premier. Fino a quando durerà questo stillicidio? Quando si deciderà il ministro della cultura a riferire in Parlamento, che è l’unico posto deputato a fare chiarezza, anziché usare canali che gradisce di più?”, ha affermato il capogruppo M5S in commissione Cultura alla Camera, Antonio Caso.

Anche per Matteo Renzi “in un Paese civile un Ministro riferisce in Parlamento, non al Tg1”. Mentre Maria Elena Boschi dice che “mai nella storia del servizio pubblico è stato stravolto un palinsesto e data una tribuna di 15 minuti a un ministro per un uso privato. I vertici dell’azienda siano immediatamente convocati dalla commissione di Vigilanza Rai. Sangiuliano non è venuto in Parlamento a chiarire, ma ha scelto di occupare uno spazio dell’informazione Rai che, ricordiamo, è pagato dai cittadini. Siamo oltre TeleMeloni“.

Il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, si sofferma invece sulle parole di Sangiuliano relative alle dimissioni presentate a Giorgia Meloni che, però, le avrebbe respinte: “Il ministro Sangiuliano ha appena dichiarato di aver presentato le dimissioni, ma è stata la premier Meloni a respingerle. Se ciò fosse confermato, ci troveremmo ancora una volta di fronte a una premier responsabile di questo degrado istituzionale, per la copertura che ha offerto ai suoi ministri coinvolti in situazioni assolutamente indifendibili, sia sul piano politico che per altre questioni. Penso ai casi di Delmastro e Santanchè. Aspettiamo di sapere se la dottoressa Boccia ha utilizzato mezzi e servizi dello Stato e a che titolo e se, come da lei dichiarato, sia venuta a conoscenza delle mappe sulla localizzazione del G7 proposte durante numerose riunioni del ministero. A questo punto, è sempre più forte l’esigenza che sia l’autorità giudiziaria a chiarire questa vicenda”.

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