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Custodia cautelare, stop alle ordinanze sui giornali: ce lo chiede l’Ue, ma riparte il tam tam sul “bavaglio”

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri, in via preliminare, il decreto legislativo sulla modifica dell’articolo 114 del codice di procedura penale, che prevede il divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari o fino al termine dell’udienza preliminare. Si potranno comunque pubblicare gli estratti. Si tratta di quella che la sinistra parlamentare e d’opinione ha bollato come “legge bavaglio”, quando era in discussione in Parlamento. Un tam tam che è subito ripartito dopo il passaggio in Cdm di ieri, sebbene, come chiaramente specificato anche nel titolo del provvedimento, si tratti di un adeguamento della normativa nazionale a quella europea. Il decreto legislativo dovrà ora passare all’esame delle commissioni parlamentari competenti per il relativo parere, che comunque non sarà vincolante.

Sulle ordinanze di custodia cautelare il governo recepisce la direttiva Ue

Il dlgs, come da titolo, infatti contiene “Disposizioni per il compiuto adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni della direttiva (Ue) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016, sul rafforzamento di alcuni aspetti della presunzione di innocenza e del diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali”. Si tratta, insomma, di una norma che recepisce indicazioni garantiste che arrivano direttamente da Bruxelles.

Riparte il tam tam sulla “legge bavaglio”

Un “dettaglio” sul quale pare sia meglio non soffermarsi troppo. “Il governo Meloni contro la libertà di stampa dà il via libera al bavaglio Costa: vietato pubblicare le ordinanze di custodia cautelare”, ha titolato Repubblica. “Il governo Meloni brandisce la scure contro la libertà di stampa”, è la prima frase del pezzo, che prosegue lamentando che si tratta di “un bavaglio destinato a diventare sempre più ampio a danno delle notizie” e ricordando la sollevazione anche di Fnsi e Anm.

Per la sinistra “ce lo chiede l’Europa” stavolta non vale…

Il ritornello è stato ripreso anche dal Pd: “Vedo che il governo ci riprova con il bavaglio ai giornalisti, sono riflessi condizionati che scattano e che vanno respinti. Dalla parte della libertà di stampa. Sempre”, ha scritto sui social il senatore dem, Filippo Sensi. E dalla Fnsi: “Questo governo continua a smantellare l’art.21 della Costituzione”, ha commentato il presidente Vittorio Di Trapani, per il quale si assiste a “un ritorno al passato che nulla ha a che vedere con il garantismo. In realtà il divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare è un piacere ai potenti che vogliono l’oscurità e ai colletti bianchi”. Insomma, “ce lo chiede l’Europa” in questo caso non vale.

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