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De Luca a Treviso nella tana del leone: «Sfiderò la Lega sullo spacca-Italia»

«Sull’autonomia sono pronto a sfidare Zaia. Anche subito, adesso, ma deve venire con il portafogli gonfio, almeno 200 milioni di euro solo per quanto lo Stato ci sottrae sulla sanità».

Vincenzo De Luca approda a Santa Caterina, dove lo attende une sala piena (e c’era maltempo. ..) nell’ambito della Festa Dem di Treviso, e accende subito le polveri.

Ne ha per tutti, il presidente della Campania che con un tour al Nord vuole smontare la narrazione sul Meridione. Il coraggio non gli manca, sa che Treviso è il feudo di Zaia, anche se non sono più i tempi del leon che magna el teron. Ma De Luca vuole scardinare alla radice lo storytelling del Nord versus Sud. Non è tardi, la riforma Calderoli approvata? Luca Ubaldeschi, direttore dei quotidiani nordestini del gruppo Nem, glielo chiede nel corso del serrato dialogo che scandisce la serata. De Luca è convinto di no. E chiama apertamente militanti e cittadini alla battaglia.

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«Contro l’autonomia differenziata, inaccettabile laddove su sanità e scuola spacca l’Italia, consentendo magari alle regioni del Nord di dare contratti integrativi un domani con i residui fiscali trattenuti, e a quel punto sancire la morte dell’unità d’Italia e la fine di un nazionale. O ne vogliamo un altro? Quello dove o hai un’assicurazione privata o muori come una carogna?». Per gli «amici della Lega» l’invito ad unirsi – oh yes – contro il «centralismo burocratico e finanziario di questo governo». E va giù durissimo: «Si sono accorti i leghisti che il governo di cui fanno parte ha messo in atto la più violenta concentrazione finanziaria dal 1861 ad oggi? Nella stanza del premier, e solo lì, si decide l’uso di tutti i fondi dal Pnrr allo Zes, da quelli perequativi ai fondi di coesione». Apre alla Lega su una lista di 10 materie dove decentrare le competenze contro le soprintendenze: («a Rotterdam dragano il porto il giorno dopo, a noi servono 6 o 7 anni di attese da Roma»).

E disegna un’autonomia “efficientista”, «che unisca le forze dinamiche di Nord e Sud», nel nome dell’unità nata da «spirito risorgimentale e poi da morti e mutilati, anche del Sud, nella grande Guerra». Invoca «una maxi operazione verità che spazzi via le balle sul Meridione». E cita: «Abbiamo in Campania 20 mila medici in meno della media nazionale. Ed esclusa la Sicilia il Meridione ha meno dipendenti pubblici del Nord», quasi grida, «In compenso la spesa pro capite in Campania è 12 mila euro, 5 mila in meno di quella della Lombardia, e 4 mila in meno di tutto il Centro Nord. Sono il primo a volere la sfida dell’efficienza, ma si parta ad armi pari. E non dimentichiamo che nel periodo del Covid, con la densità più alta d’Europa e con meno medici, abbiamo avuto meno morti di Covid in Italia per abitante. Siamo i primi in Italia a pagare i farmaci, i primi a varare i fascicoli elettronici, ma di questo non si parla...».

Non risparmia il Pd, davanti ai vertici comunali, in primis il segretario Giovanni Tonella, alla deputata Rachele Scarpa e a Carlotta Bazza, anfitriona della festa. «Grave errore la bozza Bressa, nel governo Gentiloni, che ha aperto la strada alla riforma Calderoli». E poi il partito: «Per anni si è premiato il perdere voti, non il consenso: l’appartenenza a tribù e sottotribù, mica il radicamento».

Ovazioni. E il caso Sangiuliano? «Boccia, diciamo, è una sincera democratica. Sangiuliano? Avrebbe dovuto dimettersi tempo fa, è il ministro delle cerimonie, se avete una ricorrenza in famiglia invitatelo, lui viene, inaugurò un Frecciarossa per turisti diretto a Pompei, correva una volta al mese», dice, «Mi stupisce la premier, c’è da difendere la dignità dell’Italia e delle istituzioni. Ma questo governo si fa notare solo per la volontà di accaparrarsi potere e bottino, cose mai viste neanche con Berlusconi, che aveva un fondo democratico– liberale...».

Dicono che ieri, all’hotel, abbia chiesto se risultasse una prenotazione a nome Boccia-Sangiuliano...Humour napoletano. E quando ricorda l’amica corregionale segretaria comunale in Veneto, per la quale è venuto in passato per anni in ferie a Jesolo, deve fermare retropensieri e illazioni: «No, no, tranquilli, tutto in regola, posso parlarne». Italia, 2024.

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