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Inchiesta “Clean”, due filoni si chiudono con l’archiviazione

PAVIA. Due filoni dell’inchiesta “Clean”, esplosa il 27 novembre dello scorso anno con il blitz nella sede di Asm Pavia in via Donegani e con una raffica di perquisizioni e avvisi di garanzia, si chiudono con l’archiviazione.

La decisione riguarda cinque indagati, finiti sotto accusa per peculato e abuso d’ufficio in relazione a due distinte tranche di indagine: la realizzazione di sette piazzole ecologiche in altrettanti Comuni, affidata da Asm allo studio Civiling Lab di San Genesio, e la procedura per la partecipazione del Comune di Cigognola a un bando regionale per la realizzazione di percorsi verdi e un parco giochi inclusivo.

Nessun illecito, secondo il pm Alberto Palermo, che aveva chiesto l’archiviazione, e per il giudice Pasquale Villani, che ha condiviso la tesi della procura.

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Accuse cadute

In relazione al primo filone è stata archiviata, quindi, l’accusa di abuso d’ufficio per l’ex presidente di Asm Manuel Elleboro (avvocati Roberto Scheda e Marco Casali), l’ex direttore generale Giuseppe Chirico (avvocato Perla Sciretti), e per Gianluca Di Bartolo, ingegnere titolare della Civiling Lab di San Genesio (avvocati Giuseppe Boccia ed Ernestina Salvadeo).

Nessun illecito, per i magistrati, anche in relazione al secondo filone, del bando a cui partecipò il Comune di Cigognola e per il quale non ci fu quindi sottrazione di denaro pubblico: archiviate le posizioni di Ilaria Nascimbene (avvocati Carlo Madama ed Elisabetta Masnata), la professionista a cui il Comune si rivolse per la predisposizione del bando, dell’assessora Barbara Frustagli (avvocato Daniele Cei) e di Gianluca Di Bartolo, titolare della società che avrebbe dovuto realizzare il progetto.

Nel caso delle piazzole ecologiche, da realizzare in sette Comuni (Bornasco, Ceranova, Lardirago, Sant’Alessio con Vialone, San Martino Siccomario, San Zenone e Trivolzio), l’ipotesi della procura era che fosse stata favorita la Civiling Lab nell’affidamento della progettazione, senza una regolare gara.

Per il Comune di Cigognola, invece, si ipotizzava una procedura irregolare per il bando “Parchi gioco Inclusivi, percorsi naturalistici, strutture semiresidenziali per disabili e servizi in ambito sportivo”, un bando da 30mila euro destinato a essere finanziato da Regione per il 95% della spesa.

Le motivazioni

Gli ulteriori accertamenti hanno però escluso che per quel bando siano state aggirate le regole: «Non è emerso – scrive il pm nella richiesta di archiviazione – che nella successione di atti amministrativi che ha condotto al pagamento di somme a favore della Nascimbene (una parcella da 400 euro, ndr) vi fosse una dolosa preordinazione volta al drenaggio di risorse pubbliche a favore dell’indagata». Nel filone delle piazzole, invece, per il pm «il principio di rotazione degli affidamenti» è stato «violato», ma «non sono stati raccolti elementi sufficienti con riguardo al dolo intenzionale».

Le difese

«L’archiviazione è un provvedimento ovvio e inevitabile: su tale esito non ho mai avuto il minimo dubbio essendo inesistente la situazione a cui è stato associato il mio nome e non hanno mai avuto il minimo dubbio le persone con cui condivido la mia professione e la mia vita – dichiara Ilaria Nascimbene – . Un grazie va a tutti coloro che non hanno esitato a riconfermarmi la loro stima: sindaci, amministratori, funzionari pubblici, imprenditori, professionisti, giornalisti. Grazie agli avvocati Carlo Madama e Elisabetta Masnata ai quali rinnovo tutto il mio apprezzamento». L’avvocato di Frustagli, Daniele Cei, commenta: «Eravamo certi dell’esito dell’indagine fin dall’interrogatorio a cui ci siamo subito sottoposti. La mia assistita può ora tornare a lavorare con serenità».

Ma per scuola, spese elettorali e stipendio del dg è tutto aperto

Dell’inchiesta Clean, che ipotizzava un “sistema Pavia” basato su appalti irregolari e utilizzo di denaro pubblico a fini privati, restano in piedi tre filoni e 14 persone sono ancora sotto indagine.

La procura non ha ancora tirato le somme per le accuse più gravi, che avevano anche portato ad arresti (poi revocati dal Riesame): il caso del presunto aumento dello stipendio dell’ex dg di Asm Giuseppe Chirico (per il quale è indagato per peculato anche l’ex presidente Manuel Elleboro e l’impiegata Elisa Bacaloni, ma per l’accusa di falso), che a gennaio del 2023 aveva assunto anche le deleghe alla direzione dei settori Ambiente e risorse umane (un aumento di circa 15mila euro lordi l’anno, che dovevano aggiungersi ai 140mila euro annui del contratto), la vicenda della scuola di San Genesio, che sarebbe stata costruita con un progetto affidato in violazione delle regole sugli appalti, e il caso della consulenza da 5.500 euro che sarebbe stata usata per la campagna elettorale di Elisabetta Fedegari, ex componente del Consiglio di amministrazione di Asm e candidata alle regionali per Fdi.

Per questi tre filoni le indagini dei magistrati Alberto Palermo, Andrea Zanoncelli e Chiara Giuiusa risultano ancora in corso (a marzo era stata chiesta una proroga). «Non abbiamo ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini», conferma l’avvocato Marco Casali, difensore di Elleboro (che insieme a Chirico ha ottenuto invece l’archiviazione per il caso delle piazzole ecologiche).

L’aumento di stipendio di Chirico, licenziato per questa vicenda, è al centro dell’accusa di peculato. Secondo la ricostruzione dei pm l’aumento fu corrisposto dopo l’ok del Consiglio di amministrazione ma prima del parere legale di un’avvocata, che aveva messo in dubbio la legittima dell’aumento (o comunque dava indicazioni di verifica).

In seguito Chirico restituì, in tre rate, l’aumento di stipendio corrisposto per un mese, ad aprile. Che l’aumento di stipendio fosse quantomeno controverso lo dimostrerebbe, per l’accusa, il fatto che del Cda che decise quell’aumento furono redatte quattro diverse versioni del verbale, ricondotte a un errore dell’impiegata Bacaloni.

L’accusa di peculato per gli ex vertici di Asm riguarda anche il filone della consulenza per finanziare, secondo l’ipotesi della procura, la campagna elettorale di Fedegari. Sempre secondo l’accusa attraverso una proposta fittizia di gestione della comunicazione esterna stavano per essere stornati da Asm 28mila euro per un’attività estranea agli interessi dell’ente, cioè il finanziamento della campagna elettorale. La posizione degli indagati, però, è ancora da definire.

E così anche per il filone della scuola di San Genesio, dissequestrata due settimane fa. Ieri in tribunale c’è stata l’udienza con tutte le parti coinvolte, per fare il punto sulla perizia dell’ingegnere nominato dal giudice Pasquale Villani: il tecnico ha concluso per l’agibilità della scuola, ma ora tocca alla procura dire se le accuse a carico degli indagati cadranno oppure no. —

m. fio.

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