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Area dell’ex Fiera di Trieste verso la rinascita: il 3 ottobre il vertice finale

TRIESTE. Per giovedì 3 ottobre, nel palazzo di vetro in passo Costanzi che ospita gli uffici tecnici del Comune, viene convocata dal direttore dell’Urbanistica Eddi Dalla Betta la conferenza dei servizi “decisoria” sul Piano attuativo (da ora Pac) chiamato a riqualificare l’area dell’ex Fiera tra le vie Revoltella, Rossetti, Settefontane e piazzale De Gasperi. “Decisoria” significa che in quella giornata i soggetti coinvolti nel progetto - Regione, AcegasApsAmga, Arpa, Soprintendenza ecc. - si esprimeranno sull’operazione, che in termini di valori economici dovrebbe agire da volano per circa 100 milioni di euro. Il privato Mid sarà rappresentato dall’architetto Francesco Morena e dall’ingegnere Alberto Novarin.

Se il 3 ottobre non vi saranno obiezioni ai contenuti del progetto, il Pac inizierà l’iter di approvazione, che riguarderà la giunta e l’aula consiliare, qualora venga richiesto da un certo numero di componenti. L’assessore all’Urbanistica, Michele Babuder, che intanto ha illustrato una delibera di esclusione dalla Vas (Valutazione ambientale strategica), si dichiara pronto a stringere i tempi quanto più possibile: dopo i vagli istituzionali si passerà alla firma della convenzione tra Municipio e Mid, poi si procederà con le polizze fidejussorie.

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Dopo tanta carta, il primo atto operativo saranno le demolizioni dei 130 mila metri cubi che appartenevano all’ex compendio fieristico: demolizioni annunciate tante di quelle volte che proporre una nuova data è quasi umoristico, comunque la primavera 2025 viene considerata un termine realistico.

Nell’aprile 2017 la Fiera venne acquistata all’asta per 13,3 milioni dalla Mid di Klagenfurt, impresa guidata da Walter Mosser specializzata nelle “rigenerazioni urbane”. Nel novembre 2017 la solenne presentazione del progetto in Salotto azzurro. Da allora - sono trascorsi sette anni - le cifre di riferimento non sono mai cambiate: la riqualificazione si estende su una superficie fondiaria di 24 mila metri quadrati, la superficie coperta su tre livelli è di 30 mila metri quadrati, lo spazio destinato a parking è di 36 mila (in tutto 1500 posti auto). L’edificio principale, di colore bianco, salirà da piazzale De Gasperi fino in via Revoltella con un balzo di 10-12 metri.

Cosa conterrà? Una soluzione interdisciplinare: attività commerciali al dettaglio e all’ingrosso, ristorazione, bar, una zona ludica dedicata ai bambini, iniziative artigianali, studi professionali. Viene ipotizzata una occupazione di 200 addetti e si pensa a un bacino d’utenza pari a 400 mila abitanti.

È importante rilevare l’impatto urbanistico di questa realizzazione, in quanto si farà una rotatoria tra via Rossetti e via Revoltella, la parte finale di via Rossetti sarà sdoppiata e gli alberi fungeranno da linea di mezzeria, piazzale De Gasperi diventerà un’area verde, sarà ripensata la zona tra viale dell’Ippodromo e piazza Foraggi, un pedonale collegherà via Settefontane all’angolo Rossetti-Revoltella.

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Perchè tanto ritardo rispetto ai programmi originari, quando si pensava addirittura di inaugurare nel 2021? In tanti anni è stato eseguito solo lo strip-out di infissi e serramenti. Scorrendo i ritagli accumulati in un settennato (periodo in cui normalmente resta in carica un presidente della Repubblica), si può formulare un ricco elenco di motivi: acquisto del palazzo delle Nazioni all’interno del compendio; scoperta la presenza di amianto (il Comune dovette armare 325.000 euro); tentato furto di rame; varianti al piano regolatore e al piano del commercio; le osservazioni della Regione Fvg sugli insediamenti commerciali; l’effetto del centro commerciale di Tavagnacco a nord di Udine, dove Mid si è impegnata con un investimento di 30 milioni di euro e che diventa prioritario rispetto a Trieste; la pandemia.

Nel febbraio 2022 colpo di scena: Armin Hamatschek, uomo di fiducia di Mosser nelle operazioni italiane, annuncia che incontrerà Dipiazza per capire se andare avanti o meno nel progetto, che attraversa una prolungata fase di stallo. Mid - dice Hamatschek - potrebbe radere tutta l’ex Fiera al suolo, recingere l’area e attendere tempi migliori. Un mese dopo il sindaco si reca a Klagenfurt per confrontarsi direttamente con Mosser. A più riprese vengono annunciate le mitiche demolizioni, salvo che non possono essere effettuate senza il via libera al Pac. Attorno al quale fioccano le richieste di integrazione: sottoservizi, scale, ascensore, parcheggi, semafori ... Ben 110 nodi da sciogliere, che adesso sembrano sciolti. O quasi.

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