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Salvini a casa di Bossi, che alle ultime elezioni non ha votato Lega: “Mai stata guerra”. Intanto alle feste del partito i militanti latitano

L’incontro era stato annunciato mercoledì scorso dopo il vertice della Lega alla Camera convocato da Matteo Salvini. Dopo la fake news del 30 agosto sulla morte del Senatur, il segretario aveva subito espresso l’intenzione di andarlo a trovare di persona. Al suo arrivo ieri a Gemonio intorno alle 19.30, davanti alla casa di Umberto Bossi c’erano microfoni e telecamere ad aspettarlo. Atteso alla festa del partito a Besozzo, all’uscita Salvini è stato di poche parole: “L’ho trovato in splendida forma, abbiamo parlato di tutto, di autonomia, di pensioni da tutelare, lavoro, tasse, giustizia, di Lombardia e di come stanno il Governo e la Lega”. Dopo l’incontro, durato oltre un’ora, gli è stato chiesto se l’occasione sia una sorta di “pace di Gemonio“. “Questa non è la pace di Gemonio perché tra me e Umberto Bossi non c’è mai stata nessuna guerra. Contento lui, contento io”, ha risposto Salvini.

Nei mesi scorsi, invece, non si può dire che fossero tutti contenti, anzi. Le europee avevano segnato un punto mai raggiunto nelle tensioni interne al partito, con forti malumori per la scelta di Salvini di candidare Roberto Vannacci tanto che molti esponenti della Lega avevano apertamente dichiarato la loro contrarietà supportando candidati interni al partito. Come non bastasse, era arrivato anche lo schiaffo di Gemonio, con l’ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi a far sapere che il Senatur avrebbe votato per l’ex capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, tra le fila di Forza Italia. Panni sporchi mai lavati in pubblico nonostante molti avessero chiesto espressamente l’espulsione del fondatore della Lega. Acqua passata, evidentemente. Al contrario di quella che riguarda la base e in particolare i malumori dei militanti storici. Il Corriere scrive di “non esaltanti presenze alla Bèrghem Fest, una delle feste leghiste di maggior blasone”. Con il raduno di Pontida del 6 ottobre alle porte, meglio dare un segnale di unità, citofonare a casa Bossi e mostrare interesse per la salute di chi era appena stato dato per morto.

“Clima molto cordiale e rilassato, dopo la falsa notizia del decesso del Senatur diffusa alla fine di agosto. Per Salvini è stata una chiacchierata “molto positiva, siamo stati entrambi molto contenti”. Sono stati affrontati parecchi temi. Non solo la situazione del governo e del partito, ma soprattutto l’autonomia (“battaglia storica della Lega che farà bene a tutta Italia” ha detto Salvini), e poi infrastrutture (con particolare riferimento a quelle lombarde), giustizia, sicurezza e immigrazione. Il tutto senza dimenticare qualche riflessione su economia, guerra, politica energetica con sguardo al nucleare. Con Bossi erano presenti anche la moglie Manuela Marrone e il figlio Renzo. Salvini ha promesso al fondatore di tenerlo costantemente aggiornato, magari con un altro incontro insieme ai ministri a partire da Roberto Calderoli“, ha comunicato la Lega in un comunicato successivo all’incontro.

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