Lamborghini Revuelto, la prova de Il Fatto.it – L’erede di una storia lunga cinquant’anni – FOTO
Erede dell’Aventador, come lei, la Revuelto ha un motore V12 aspirato e, come tutte le Lamborghini, porta il nome di un toro: uno particolarmente vivace e molto famoso a fine ottocento in Spagna. Ma c’è molto di più. Infatti, se per la Miura fu introdotta la definizione di Supercar, per la Revuelto a Sant’Agata Bolognese hanno coniato una nuova nomenclatura: High Performance Electrified Vehicle. Un nome che fa scoprire subito una caratteristica fondamentale: si tratta di un’auto plug-in hybrid.
Detto così sembra l’ennesima macchina ibrida arrivata sul mercato, mentre invece stiamo parlando “di una pietra miliare nella storia Lamborghini e un pilastro della strategia di elettrificazione Direzione Cor Tauri”, come ha dichiarato Stephan Winkelman, presidente e amministratore delegato di Lamborghini, quando l’auto fu presentata lo scorso anno.
Nella Revuelto c’è tanta storia ma anche tanto futuro e le innovazioni che racchiude la rendono unica in termini di prestazioni, sportività e piacere di guida. Il design omaggia le Lamborghini V12 del passato – che abbiamo avuto occasione di provare nel corso del test drive dedicato alla Revuelto – ma al tempo stesso inaugura un nuovo linguaggio stilistico con nuove forme e nuovi stilemi. Se le scissor doors, le portiere ad apertura verticale, sono quelle che abbiamo imparato a conoscere con la Countach del 1971, le proporzioni, specialmente la linea del posteriore, omaggiano quelle della Diablo mentre il frontale inclinato e la muscolarità sono quelle della Murciélago.
Ci sono però tanti elementi nuovi, a partire dalla “Y” che rappresenta la nuova firma e si trova nel disegno dei gruppi ottici ma anche all’interno, nella forma della plancia e della console centrale. Interni che sono un tripudio di carbonio e di novità. Come i tre schermi: il quadro strumenti da 12,3”, quello al centro da 8,4” e uno da 9,1” per il passeggero, che potrà così vivere l’auto più intensamente con un semplice gesto. Sulla Revuelto c’è infatti la funzione “swipe”, grazie alla quale si possono postare dal display centrale a quelli laterali applicazioni e informazioni, proprio come si fa con gli smartphone. Sembra incredibile ma su questa Lamborghini sono riusciti anche a realizzare comodi vani portaoggetti e dietro ai sedili si può mettere persino uno zaino.
Il posteriore è una grande celebrazione del V12, che è sfoggiato dietro l’abitacolo senza alcuna copertura, per esaltarne il sound. Questo motore termico da 6,5 litri da 825 cavalli pesa 17 kg in meno del predecessore, è stato completamente riprogettato ed è ruotato di 180° rispetto a quello dell’Aventador. Ma non è l’unico. La Lamborghini Revuelto ha altri tre motori elettrici, ciascuno da 110 kW. Uno si trova dietro il motore termico in posizione trasversale ed è integrato nel cambio a doppia frizione a 8 marce, gli altri due si trovano sull’asse anteriore. La batteria che li alimenta è da 3,8 kWh, si trova nel tunnel centrale e può fornire 140 kW di energia. Può essere ricaricata col cavo con corrente alternata fino a 7 kW in 30 minuti altrimenti con la frenata rigenerativa o con il motore termico che impiega 6 minuti per restituirle il pieno carico.
L’obiettivo di questa squadra di propulsori è quello di migliorare le prestazioni e il comportamento su strada di un’auto che, complessivamente, può contare su 1.015 cavalli in modalità Corsa con Esc-off e l’elettrico su Performance. Velocità massima superiore ai 350 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h in 2,5 secondi. Ma grazie alla “spinta elettrica” la Revuelto può anche percorrere una decina di km completamente in silenzio, basta scegliere la modalità Città e i cavalli scendono a 180.
L’accesso all’auto è più agevole rispetto a quello dell’Aventador perché c’è più spazio a disposizione e, una volta seduti, si trova la posizione perfetta. Si impugna il volante, ispirato al mondo racing, con i quattro rotori sulle razze che servono per scegliere la modalità di guida del motore termico e quelle per la componente elettrica (13 in tutto), l’inclinazione dell’ala posteriore, la rigidità degli ammortizzatori e la funzione “lift,” da usare su rampe o su terreni sconnessi. Alzato il cupolino che, come nei jet, nasconde il tasto di accensione si parte e si apre una dimensione di guida completamente nuova che rasenta la perfezione.
Per prendere confidenza con la Revuelto è bene partire in modalità Strada, che offre 886 Cv. Già così l’auto ha un handling da super sportiva e regala sensazioni uniche che si intensificano in modalità “Sport” quando i cavalli arrivano a 907 e raggiungono il pinnacolo in “Corsa”. Tra le diverse modalità non cambiano lo sterzo, che è sempre molto comunicativo, il pedale del freno e l’acceleratore ma esclusivamente la risposta del cambio e l’attitudine dell’auto a fare un po’ più di drift.
La Revuelto, che è lunga quasi 5 metri e pesa circa 1.700 chili, è sorprendentemente agile, veloce, reattiva. Enorme il lavoro ingegneristico che si nasconde in quest’auto, a partire dal telaio monoscocca in fibra di carbonio “monofuselage”, interamente realizzato a Sant’Agata Bolognese in un reparto dello stabilimento completamente dedicato. Questo materiale fornisce maggiore rigidità ed è più leggero, ed è stato introdotto in Lamborghini col progetto della Countach degli anni ’70, a cui lavorò anche un certo Horacio Pagani che, appunto portò questo materiale sulle auto del toro.
Al volante della Countach e della Diablo abbiamo vissuto un’esperienza che ci ha portato lungo una linea temporale che raramente si ha l’occasione di attraversare. Siamo passati dall’analogico al digitale, dalla meccanica all’elettronica più spinta, dalle scintille negli scarichi della Countach quando si scala alla fluidità e alla velocità del nuovo doppia frizione. Come diceva Tomasi de Lampedusa nel Gattopardo: “Tutto cambia perché nulla cambi”.
Nella Revuelto tutto è cambiato, ma le sensazioni alla guida sono le stesse delle auto degli anni ’70, in termini di coinvolgimento e di emozioni. Se la Diablo fu la prima ad avere le quattro ruote motrici, nella Revuelto la potenza è scaricata a terra sulla trazione integrale con torque vectoring e retrotreno sterzante: traiettorie perfette che sembrano disegnate con un compasso, in entrata e in uscita dalle curve. Sterzo, cambio e acceleratore lavorano all’unisono e la ciliegina sulla torta è rappresentata dai freni carboceramici di nuova concezione, pensati per la pista, che hanno le pinze anteriori a 10 pistoncini e quelle posteriori a 4. Niente a che vedere con il freno lunghissimo della Countach o col cambio della Diablo che dava frustate nello stomaco che però restituivano la sensazione di essere un vero pilota alla guida di un bolide. Esattamente come nella Revuelto che, a differenza dei modelli che l’hanno preceduta, è sorprendentemente facile da guidare, nonostante sia tremendamente sofisticata e tecnologicamente all’avanguardia. Certo, rimane un’auto per pochi: il suo prezzo di partenza supera i 500.000 euro.
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