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Legge anti-burocrazia per lo sviluppo del Distretto della nautica di Monfalcone

MONFALCONE. Prende il largo dal civico 8 di piazza della Repubblica un nuovo disegno di legge regionale per sburocratizzare le procedure e valorizzare il settore della nautica, una realtà viva e prolifica a Monfalcone. La novità è emersa a margine di un tavolo tecnico istituito dal Comune che ha visto l’attenta partecipazione, per la prima parte della seduta, dell’assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini. «La nautica da diporto è un settore strategico per il territorio di questa città e l’intero Friuli Venezia Giulia. Un comparto in grande crescita sia sotto il profilo industriale che turistico e l’amministrazione regionale vuole continuare a sostenerlo – ha premesso –. Per questo stiamo elaborando un nuovo provvedimento normativo teso a promuovere lo sviluppo sostenibile e la competitività della nautica in ambito marittimo, lagunare e nelle acque interne».

Semplificazione delle procedure

«Questo disegno di legge – ha spiegato Bini – si basa su un proficuo confronto tra enti locali, diverse direzioni della Regione, operatori e associazioni di categoria del settore al fine di comprenderne le esigenze e intervenire con misure efficaci». Come? Partendo da una «semplificazione delle procedure» e da un’«analisi puntuale della situazione: vogliamo mettere a disposizione il necessario supporto finanziario, soprattutto per garantire l’innovazione di porti turistici, darsene, marine e ormeggi». Il mondo della nautica, ha concluso l’assessore regionale, significa produzione, artigianato, occupazione, formazione e ricerca, ma anche turismo, sport, patrimonio ed enti locali.

Una barca ogni 10 abitanti

Monfalcone è, qui, una realtà sui generis: la densità di scafi ormeggiati sulla terraferma è di uno, precisamente 0,9, ogni 10 abitanti. E nella città del cantiere, che produce tra l’altro le bianche signore del mare, i posti barca per chilometro di costa sono addirittura 197,6 contro una media nazionale di 19,6 e un dato regionale di 151,1. La nautica, che occupa localmente 1.500 addetti tra macro e micro imprese (614, invece, gli iscritti alla scuola dei maestri d’ascia), raccoglie tre tipologie imprenditoriali: industriale con Beneteau e, in futuro, Alpha yacht e Victoria yachts; artigianale con Nautec; sportivo con Redbull.

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Un tavolo di lavoro

Tutti aspetti sondati al tavolo di lavoro in Municipio, che ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’assessora all’Economia Blu Anna Cisint, del direttore centrale dell’area Lavoro, formazione, istruzione e famiglia della Regione Nicola Manfren, dell’omologo per le Attività produttive Massimo Giordano, del comandante della Capitaneria Giuseppe Siragusa, del capitano Antonio Cuocci della Direzione marittima e del presidente del Coseveg Renato Russo. Presenti nel parterre la Cna con Roberto Fabris, Simonetta Greco per Mare Fvg, Ferdinando Cuogo di Beneteau Italia, l’ad di Ocean Alberto Cattaruzza, Loris Plet, direttore di Marina Monfalcone, Diego Santarliana e Franco Scolari del Polo tecnologico Alto Adriatico e Paolo Maschio, presidente del Propeller.

Attrarre nuovi imprenditori

Al centro della strategia di sviluppo, come si apprende da una nota comunale, c’è «l’ambizioso piano del Distretto della nautica», per «attrarre nuove realtà imprenditoriali e creare posti di lavoro, sviluppando competenze specialistiche e una rete d’innovazione tra pubblico e privato». In trait d’union col mondo della scuola e dell’università (mai sopita la speranza di portare qui una specialistica di Ingegneria navale). «La nostra città sta compiendo importanti passi in avanti verso il rilancio del territorio e della sua economia grazie al grande valore che il settore nautico sta portando all’indotto turistico e industriale», così Cisint, che vorrebbe attraverso lo specifico hub ribattezzare Monfalcone come “città della nautica e del punto più a nord del Mediterraneo”, smantellando la classica (e tradizionale) definizione di “città del cantiere”. «Abbiamo conteggiato – ancora Cisint – che intorno alla nautica gravitano oltre 20 mestieri del mare e per questo intendiamo continuare a farci promotori di percorsi formativi, come già abbiamo fatto per il corso dei maestri d’ascia, che ha raccolto oltre 600 adesioni». L’assessora ha «apprezzato» l’attenzione della Regione e «invitato Bini a presentare qui la legge sulla nautica, in Consiglio a ottobre, una volta approvata». Il progetto di Distretto della nautica si proporrebbe, agli occhi dell’ente, come un punto di riferimento nel panorama internazionale attraverso la creazione di un centro per l’innovazione e percorsi di alta formazione, tra cui un master permanente e un nuovo corso di laurea transfrontaliero, in collaborazione con gli istituti tecnici del territorio.

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