Suicidi: La prevenzione nello studio dei dettagli
Nella Giornata nazionale per la prevenzione del suicidio oltre i numeri preoccupanti, che ogni anno registrano circa 4.000 vittime, c’è un aspetto spesso trascurato, ossia l'effetto emulativo scatenato dalla copertura mediatica dei suicidi. Un fenomeno, noto come “effetto Werther”, che descrive come il potere della narrazione di un suicidio possa provocare un incremento di casi simili.In particolare, la ricerca ha dimostrato che il rischio di emulazione cresce quando i media descrivono il suicidio in modo sensazionalistico, fornendo dettagli sul metodo utilizzato. Il rischio concreto come dimostrano diversi studi è che una rappresentazione eccessivamente drammatica possa ispirare imitazioni, accentuando la crisi tra i più vulnerabili.
Numerosi studi hanno dimostrato che la notizia del suicidio di una celebrità può avere un effetto "copycat", aumentando i tassi di suicidio. Una meta-analisi su 419 studi ha rivelato che le notizie sul suicidio di celebrità presentano un effetto imitativo 5,27 volte superiore rispetto ad altri suicidi.
Ad esempio uno studio condotto sull'impatto del suicidio del noto attore taiwanese MJ Nee, avvenuto nel 2005 ha mostrato che la copertura mediatica sensazionalistica ha portato a un aumento del 19,7% dei suicidi nel mese successivo, con un incremento particolare tra i giovani e gli uomini, soprattutto per impiccagione. Questi risultati sottolineano l'importanza di seguire le linee guida dell'OMS per evitare che le notizie sul suicidio influenzino negativamente i comportamenti suicidari.
Mentre un ulteriore studio di Fu e Yip ha mostrato che, dopo una campagna di sensibilizzazione sui media a Taiwan, il reportage sui suicidi è diventato meno sensazionalistico e più conforme alle linee guida dell'OMS. Questi cambiamenti hanno portato a una riduzione dell'effetto imitativo. Analogamente, Niederkrotenthaler e Sonneck hanno riscontrato che l'adozione di linee guida sui media in Austria ha contribuito a una diminuzione annuale dei tassi di suicidio.
A parlarcene è Maurizio Pompili, Professore Ordinario di Psichiatria, Sapienza Università di Roma; Direttore UOC di Psichiatria, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Sant'Andrea, Roma.
Cosa può dirci dell’effetto Werther?
«Il fenomeno conosciuto come "effetto Werther" prende il nome dal romanzo I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe. In questo romanzo, il suicidio del protagonista, Werther, scatenò un'ondata di suicidi imitativi nell'Europa del XVIII secolo».
L’emulazione dei suicidi è un fenomeno sempre più attuale?
«Si per questo motivo le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consigliano di trattare il tema del suicidio con molta cautela. È essenziale evitare di romanticizzare o enfatizzare tali eventi e preferire approcci che stimolino una riflessione pacata e informata. Frasi sensazionalistiche o immagini drammatiche possono avere effetti negativi e contribuire a un incremento di suicidi imitativi. Un caso significativo è quello di Robert Enke, un noto portiere tedesco il cui suicidio portò a un escalation di altri suicidi . Questo dimostra come la copertura mediatica di tali eventi possa influenzare profondamente la società. Inoltre, studi hanno evidenziato che la pubblicazione di notizie sui suicidi può avere effetti collaterali, come un incremento di incidenti stradali e aerei, a causa della possibile contagiosità del comportamento suicidario».
Il fenomeno dell’emulazione è più forte in casi di suicidi di personaggi famosi?
«Si e il caso di Kurt Cobain, il leader dei Nirvana, è un esempio emblematico. Dopo il suo suicidio, la moglie di Cobain cercò di ridurre il rischio di imitazione, avviando campagne di sensibilizzazione e creando deterrenti per prevenire comportamenti suicidari tra i suoi fan. Questo sottolinea l'importanza della responsabilità dei media nella gestione delle notizie riguardanti il suicidio, dalla scelta dei titoli alle immagini utilizzate e alla quantità di spazio dedicata alla notizia stessa. Le informazioni sui suicidi dovrebbero essere trattate in modo tale da enfatizzare la possibilità di ricevere aiuto e non solo descrivere l'atto finale. È fondamentale spiegare che chi si suicida spesso soffre di un malessere psichico profondo e che, sebbene il suicidio possa sembrare l'unica via d'uscita, molte persone avrebbero voluto vivere se avessero avuto il supporto necessario».
Quali sono i soggetti più a rischio?
«Le persone vulnerabili, inclusi giovani e anziani con problemi psichiatrici, sono particolarmente a rischio. I segnali di allerta possono includere frasi come "non ce la faccio più" o "ormai mollo tutto", cambiamenti comportamentali improvvisi, scarsa igiene e la predisposizione a affidare beni personali a terzi. Anche un cambiamento drastico da uno stato di depressione a una apparente serenità può essere un segnale preoccupante. Le rappresentazioni dei suicidi nei media, come serie TV e film, possono avere un impatto significativo innescando in alcuni casi purtroppo un effetto di emulazione. Questo dimostra l'importanza di una rappresentazione responsabile e della sensibilizzazione».
Cosa si può fare?
«L'effetto Papageno è un fenomeno positivo nel campo della prevenzione del suicidio. Prende il nome dal personaggio Papageno dell'opera "Il flauto magico" di Mozart, che si salva dal suicidio grazie all'intervento degli altri personaggi. Questo effetto si verifica quando la copertura mediatica del suicidio mette in evidenza storie di persone che, affrontando crisi e difficoltà, riescono a superarle con successo grazie al supporto e alla ricerca di aiuto. In pratica, l'effetto Papageno dimostra che i media possono avere un ruolo costruttivo nella prevenzione del suicidio mostrando esempi di risoluzione positiva e offrendo informazioni utili su come ottenere aiuto. La chiave per attivare l'effetto Papageno è evitare dettagli sensazionalistici sul suicidio e, invece, focalizzarsi su storie di speranza, resilienza e recupero. Mostrando come le persone possano affrontare e superare situazioni di crisi, i media contribuiscono a diminuire i comportamenti suicidari e promuovono una cultura di prevenzione e sostegno. Inoltre
è importante adottare strategie di prevenzione del suicidio e promuovere una sensibilizzazione efficace. Il tema di quest'anno è quello di cambiare la prospettiva sul suicidio: alleviare la sofferenza e sensibilizzare le istituzioni e il pubblico sui segnali di allerta e sulle risorse di supporto disponibili. Solo attraverso un'azione coordinata e una comunicazione responsabile è possibile ridurre l'incidenza di tali tragedie e offrire supporto a chi ne ha bisogno».