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Giro d’Italia: salta la partenza da Trieste, resta Gorizia

Vero, il rapporto tra Giro d’Italia e Regione Friuli Venezia Giulia, dopo il gran rifiuto (il secondo in tre anni) della grande partenza da Trieste in favore dell’Albania per l’edizione 2025, nelle settimane scorse ha toccato i minimi storici di un idillio ultraventennale targato Enzo Cainero. Ma, appunto, vent’anni di storia non si cancellano per i soldi albanesi o le pressioni governative per andarci: la corsa rosa 2025, quindi, possiamo dirvi con certezza, tornerà in Friuli Venezia Giulia.

E lo farà con due tappe, presumibilmente un arrivo, in piazza Transalpina a Gorizia, con la gemella Nova Gorica capitale europea della cultura 2025, e una partenza, quella del tappone dolomitico che si concluderà a Cortina a 8 mesi dalle Olimpiadi invernali 2026.

Un week-end di maggio quindi all’insegna del Giro d’Italia, una consuetudine negli ultimi due decenni con date ben precise: il 24 e 25 maggio, sabato e domenica, alla fine della seconda settimana di una corsa rosa che partirà dall’Albania il 10 maggio 2025.

Se la coppia di frazioni friulane sarà anticipata di un giorno ecco le date di 23 e 24 maggio, ma di lì non si scappa. Perché poi, primo dell’arrivo a Roma, il Giro quest’anno si deciderà a Nord ovest sulle montagne di Piemonte e Val d’Aosta

LA SVOLTA

Lunedì urante la (commovente) cerimonia di introduzione di Enzo Cainero nel Famedio al cimitero di Udine, l’organizzatore delle tappe friulane Paolo Urbani, colui che ha preso le redini delle “operazioni rosa a Nord Est” dopo la scomparsa del manager di Cavalicco a fine gennaio di due anni fa, davanti al presidente della Regione Massimiliano Fedriga e all’assessore alla Protezione civile Riccardo Riccardi ha potuto sbottonarsi un poco: «Avremo un altro week-end friulano», ha detto, dopo avere avuto rassicurazioni dal Rcs, la società che organizza il Giro d’Italia e che sta proprio in queste ore facendo quadrare i conti sulla prossima mappa del Giro.

CASTING

Vero, i tempi sono dilatati in avanti rispetto alle recenti abitudini, ma c’è una ragione: al Giro servono interpreti di razza, insomma corridori forti in grado di infiammare la folla, specie dopo l’abbuffata di emozioni dello scorso maggio targate Tadej Pogacar. Perché il fuoriclasse sloveno ha infiammato il Giro, vinto con una gamba sola anche per assenza di avversari credibili, prima di fare doppietta al Tour de France. E, siccome difficilmente tornerà in Italia, chi correrà il Giro? Chiaro: in assenza di italiani in lotta per la rosa, il casting in atto sui big mondiali da parte degli organizzatori sta influenzando le scelte di percorso. Detto che sarà difficile attirare uno come Jonas Vingegaard, che vorrà la rivincita al Tour, o uno come Remco Evenepoel (che clamorosamente dovrebbe passare alla Red Bull Bora con un super stipendio di 10 milioni l’anno) ingolosito dal riprovarci alla Grande Boucle dopo il podio dello scorso luglio, tornerà al giro Primoz Roglic, domenica trionfatore alla Vuelta e due anni fa re del Lussari con tanto di maglia rosa finale?

TANTO FVG

Una cosa è certa, grazie anche al lavoro di ricucitura di Edoardo Petiziol, il portavoce del presidente Fedriga, l’accoppiata Giro-Fvg si ripeterà. A Gorizia la tappa è quasi scontata per l’alto valore simbolico di Piazza Transalpina. Potrebbe arrivare dopo una cronometro sul Montello e prima dell’arrivo a Cortiuna sul Col Druscè, ai piedi delle Tofane, cioè a pochi metri dalla fine delle piste da sci teatro delle Olimpiadi. Tolmezzo o Udine sono località caldissime nei rumors per ospitare la partenza del tappone, anche se occhio al Pordenonese, da dove partì proprio il tappone dolomitico del Giro 2021, quello vinto da Bernal e corso proprio (con la neve) il giorno dopo la tappa di Gorizia. La partenza da Trieste? Rimandata almeno al 2026, quando giocoforza sulla mappa del Giro tornerà d’attualità il nome di una montagna che manca dal 2021: lo Zoncolan.

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