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Ivrea, la lezione di tre rosse torri è una città che non spreca

IVREA. «Una città che recupera per una comunità sostenibile. Giugno 2024». Può un giocattolo vecchio, diventare il simbolo di un’intera comunità? Le possibilità aumentano, se il gioco in questione si chiama “Castello” - dove si legge quella scritta – e ha tre torri rossi come quelle d’Ivrea. Si chiama castello, ma potrebbe chiamarsi fenice, perché rinasce dalle sue ceneri. Così come è rinata, quest’estate, l’intera area del parco della canoa. È bastato aprire il chiosco fino a tarda sera, in una zona in cui è difficile infastidire qualcuno. E, a coronamento di un’estate passata in riva al fiume con quei costanti 2-3 gradi di escursione, arriva il restauro del gioco più amato della città. Un gioco, inizialmente, dato per spacciato: l’assessore Manutenzioni Massimo Fresc, aveva detto a questo giornale che andava sostituito, ma chissà quando.

Poi, però, gli amministratori si sono messi a ragionare tutti intorno a un tavolo. E, grazie alla proposta dei fratelli Mango, che hanno fornito il legname con una sponsorizzazione che ha fatto risparmiare al Comune circa 9mila euro, hanno deciso di investire nel riuso di un gioco, che oggi splende all’interno di un parco che diventa sempre più centrale per tutta la comunità eporediese.

Il Comune aveva preventivato una spesa totale di 49mila euro per ristutturare il castello. Ne ha spesi 42mila, ma 9mila sono coperti dalla sponsorizzazione dei fratelli Mango. I 16mila che avanzano, ora, saranno spesi per ristrutturare altri giochi in città. E i parchi di molti quartieri ne hanno davvero bisogno: da San Grato a San Giovanni.

«Riteniamo di aver fatto la scelta giusta - spiega il sindaco Matteo Chiantore -, abbiamo scelto il recupero. Anche perché il riuso è un tema con cui dobbiamo confrontarci quotidianamente e se i bambini se lo trovano di fronte tutti i giorni, è meglio, avranno un esempio di fronte a loro. Certo l’impegno è stato gravoso, ma abbiamo speso sicuramente molto meno che per comprare un gioco nuovo che non sarebbe stato all’altezza del vecchio. Naturalmente non faremo tagli di nastro, non siamo tipi, ma ci piacerebbe avere un momento per apporre una targa, che è prevista dal contratto di sponsorizzazione che abbiamo fatto con i fratelli Mango per ringraziarli».Un’area sempre più strategica, quella della canoa. «Dovremo infrastrutturarla ulteriormente - prosegue Chiantore -, il lavoro non è finito qui. Ora la società che si occupa delle riprese allo stadio della canoa, ci ha donato delle telecamere che installeremo. Per l’ostello all’ex Valcalcino procedono le interlocuzioni con Rfi, dobbiamo capire se si occuperanno direttamente dei lavori o ci daranno una somma che poi spenderemo noi».

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