Padiglione Venezia alla Biennale, il mondo della cultura: «Serve una regia». Il Comune tace
Risale a marzo la richiesta al Comune di un incontro per discutere sul futuro del Padiglione Venezia e sulla necessità di un comitato scientifico per valorizzare la produzione culturale in città. Oggi, a distanza di oltre sette mesi, l’associazione Venezia C’è – composta da rappresentanti a vario titolo dell’ecosistema culturale veneziano – rompe gli indugi e rende pubblica la lettera spedita al sindaco e agli uffici competenti del Comune e recapitata, nei giorni scorsi, alle altre forze politiche cittadine.
«Per molto tempo», lo sfogo della rete di artisti e professionisti nel campo dell’arte e della cultura, «abbiamo cercato invano di intavolare un rapporto costruttivo e di confronto con l’attuale amministrazione sul tema del Padiglione Venezia. Pensiamo infatti che il Padiglione debba dotarsi di un proprio statuto e comitato scientifico, muovendosi in modo simile al Padiglione Italia, adottando bandi curatoriali annuali, e mettendosi in relazione con le realtà locali e internazionali operanti in città che costituiscono un tessuto vivo in espansione, meritevole di essere sostenuto sia a livello produttivo che espositivo».
Il ragionamento parte dalla constatazione che negli ultimi dieci anni il fermento culturale in città è in espansione grazie alla presenza di spazi espositivi, fondazioni, studi d’artista. Per assecondare questa tendenza virtuosa, però, per Venezia C’è serve una riflessione «per sviluppare una serie di misure volte a rafforzare il ruolo del Padiglione Venezia come spazio espositivo di primo piano nella rappresentazione del contesto culturale cittadino».
Oltre alla richiesta di una maggior collaborazione e dialogo per il futuro del padiglione Venezia, l’obiettivo prefissato sarebbe di valorizzare la produzione culturale emergente in città: «In questo modo, chiunque — senza limiti di età o nazionalità — sarebbe messo nelle condizioni di approfondire e sviluppare sistemi narrativi capaci di restituire la vitalità propria dell’ecosistema culturale cittadino nella sua eterogeneità». Anche (se non soprattutto) dallo sviluppo di questo settore passa il futuro di Venezia. A patto di riuscire a intavolare un ragionamento condiviso