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Le scuole riaprono a Pavia tra aule sovraffollate e cattedre scoperte

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Nuovo anno, stessi problemi: suona la campanella per 18mila studenti e studentesse della città, tra cattedre ancora scoperte e mancanza di aule. Al Cossa ne servirebbero almeno sette, mentre al Cairoli 160 ore di lezione sono ancora scoperte, tanto che tutti gli insegnanti sono stati chiamati in servizio per tappare eventuali buchi, dovuti a rinunce dell’ultimo minuto dei prof “pescati” dalle graduatorie mentre in provincia mancano ancora 270 docenti si sostegno. Nel frattempo, alcune scuole hanno anticipato a ieri l’ingresso in aula: è il caso del Taramelli–Foscolo. «Il primo giorno è andato benissimo ma abbiamo carenza di personale amministrativo – racconta la preside Carmela Lugani – ne abbiamo solo 4 e dovremmo averne 14, ma l’ufficio scolastico ha aperto a nuove convocazioni: nel giro di due o tre giorni dovrebbe essere tutto sistemato» spiega la dirigente, che ieri ha dato il benvenuto agli alunni e alunne di primo anno del classico e dello scientifico del centro città.

«Serve spazio»

Dopo i lavori antisismici, l’istituto Cossa di Pavia è stato “riunificato”, trasferendo gli alunni e alunne della succursale nella sede rinnovata. Una corsa contro il tempo per traslocare gli arredi e approntare l’istituto da oltre 1.800 iscritti, che soffre di problemi di spazio: «Abbiamo ultimato da poco il trasferimento in centrale, grazie alla collaborazione della Provincia che si è occupata dei lavori – spiega la preside Cristina Comini – dovrei avere abbastanza insegnanti per partire, ma abbiamo un’enorme carenza di spazio: ci servono almeno sette aule, con la Provincia stiamo pensando a riconvertire un magazzino per ricavare nuove classi». Nel frattempo, sono molte le scuole della provincia che fanno i conti con le cattedre ancora scoperte: «Mi mancano circa 160 ore da coprire, sarà già tanto se la prossima settimana riusciremo a fare 5 ore quotidiane, quando l’orario regolare è di 6» spiega Bruna Spairani, preside del liceo Cairoli di corso Mazzini (musicale, scienze umane, linguistico, economico sociale): per il musicale siamo coperti, ma ci mancano ancora degli amministrativi e dei collaboratori scolastici». I primi giorni di scuola sono anche quelli in cui si tirano le fila delle nomine degli insegnanti, cercando di tamponare le rinunce dell’ultimo minuto. «Ho chiesto ai miei insegnanti di essere presenti a scuola anche se non hanno lezione, così da coprire eventuali rinunce se il titolare nominato non arriva» prosegue la preside Spairani. Al Bordoni tecnico-economico di corso Garibaldi, la situazione è più rosea: «Ci manca qualche docente di matematica, stiamo aspettando le ultime immissioni in ruolo – spiega il preside Antonino Crea – l’ufficio s colastico ha emanato un ultimo bollettino e sono arrivati altri docenti, dovremmo essere pronti». Criticità sul fronte degli insegnanti di sostegno, figure fondamentali per accompagnare gli studenti con disabilità durante il loro percorso di studi.

«Siamo in ritardo»

«Nelle scuole di Pavia e provincia mancano 270 insegnanti di sostegno, con insegnanti che devono rispondere alle necessità di quattro o cinque alunni» afferma Luigi Verde, segretario della Uil scuola. «Che la scuola comincia oggi non è un segreto: il ministero si è mosso in ritardo sulle disposizioni per le nomine da dare agli uffici periferici, le tempistiche del ministero non sono coerenti con l’attività degli istituti. Emblematico il caso del Taramelli, che comincia l’anno con solo quattro amministrativi».

Anche il sindacato Cisl parla di cattedre ancora scoperte: «Non tutti i docenti chiamati dalle graduatorie hanno preso servizio e per questo sembra che ci siano parecchi posti vuoti» spiega Elena Maga, segretaria del sindacato Cisl scuola Pavia-Lodi. «Le scuole sono alle prese con gli ultimi buchi da colmare». Nel frattempo, studenti e studentesse entrano in classe per il nuovo anno che, calendario alla mano, terminerà l’8 giugno 2025.

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