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Peste suina e vespe aliene, produzioni a rischio per 4 milioni di euro

Un settore da 35 milioni rischia un calo del 10% per colpa di un virus, quello della peste suina. Una vespa aliena sta mettendo a dura prova la produzione mellifera e la vendemmia, oltre a sterminare le api. Per non parlare degli effetti sulla salute umana: zanzare, zecche, ragni violino. Contro gli effetti del cambiamento climatico, è la Provincia a mettere in campo un piano di prevenzione e controllo del territorio, oltre alla richiesta ai cittadini di essere sentinelle.

A tracciare le linee guida c’è la direttrice dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie Antonia Ricci, assieme al consigliere delegato all’agricoltura Vincenzo Gottardo.

Allarme peste suina

«Padova è in trincea perché nel territorio euganeo la peste suina colpisce due aspetti: gli allevamenti e i cinghiali – ha sottolineato Gottardo – Questo virus rischia di mettere in ginocchio il settore, sono 267 allevamenti solo nel Padovano, ovvero quasi il 18% di quelli veneti. Parliamo di un ambito che frutta ogni anno 35 milioni di euro. Ricordo che tra l’Alta e Bassa sono presenti quasi centomila capi; se la malattia dovesse presentarsi andrebbe in fumo il 10% del fatturato complessivo, pari a 4 milioni l’anno».

I primi focolai sono stati registrati in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna.

«Gli esseri umani non devono preoccuparsi: non esiste trasmissibilità da animale a uomo, neanche mangiando carne contagiata – ha sentenziato la direttrice Ricci – Abbiamo un sistema di controllo unico a livello europeo che coinvolge diversi enti, agiamo in maniera capillare e coesa con istituzioni e sanità. Al momento in Veneto non ci sono casi e i cinghiali vengono monitorati costantemente. Grazie ad abbattimenti selettivi e azioni tempestive, siamo in grado di garantire sicurezza sia alimentare che ambientale: se troviamo un animale morto lo studiamo per capire le cause del decesso».

Il territorio provinciale è grande e comprende il Parco Colli, dove si concentra l’appello delle istituzioni: «Invitiamo la popolazione a segnalare subito la presenza di carcasse di cinghiali».

Sulla stessa lunghezza d’onda la Regione, che ha emanato un’ordinanza chiedendo alla popolazione di evitare comportamenti che favoriscano la diffusione del virus, come non abbandonare rifiuti alimentari che attirino cinghiali o altra fauna selvatica.

Vespa orientalis e velutina

Altro effetto del cambiamento climatico è l’arrivo nel nostro territorio di calabroni alieni, che in Italia erano presenti fino a qualche anno fa solo al Sud: «Sono specie che stanno uccidendo le api mellifere, perché per sopravvivere le mangiano – ha evidenziato Gottardo – Gli apicoltori sono preoccupati, ma anche i produttori di vino, perché questi insetti si nutrono in parte di uva. Vista la pericolosità, stiamo pensando a un accordo con gli esperti per attivare una rete che porti all’eliminazione degli alveari di orientalis e velutina. Salveremo ovviamente solo quelli di api».

«Se vedete favi di questi insetti, chiamate gli esperti e non agitatevi, evitate il fai da te perché le punture possono essere molto dolorose. Purtroppo il nostro futuro sarà costellato dall’arrivo di insetti diversi che sopravviveranno oltre il periodo estivo. Anche le zecche hanno conosciuto un incremento notevole negli ultimi anni e il loro morso non va mai sottovalutato, idem per il ragno violino: mai visti così tanti. Invito la popolazione a proteggersi e a osservare sempre quello che accade in zona morso. Se ci sono reazioni importanti e la pelle cambia colore andate dal medico», ha aggiunto la Ricci.

Salmonella e Listeria

«Stiamo monitorando e analizzando alcune sostanze fertilizzanti che vengono utilizzate in agricoltura per migliorare la resa del suolo: letame, torba o compost, possono diventare veicoli di diffusione di microrganismi patogeni alimentari resistenti agli antibiotici, tra cui salmonella e listeria. Siamo in prima linea anche in questo ambito, per difendere la salute umana», ha concluso la presidente Ricci.

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